"Barbagallo sottoposto | a torture psichiche" - Live Sicilia

“Barbagallo sottoposto | a torture psichiche”

Il governatore conferma il proprio "rispetto per la magistratura", ma oggi dichiara: "Al geologo vengono tolti gli psicofarmaci due giorni prima degli interrogatori. L'aggravante si basa su dichiarazioni note da tre mesi. Le ripescano a pochi giorni da una sentenza con la quale mi avrebbero certamente assolto".

Parla il presidente Lombardo
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“Ho sempre avuto e continuerò ad avere il massimo rispetto per la magistratura”. Il day after della richiesta della procura catanese di riconoscere l’aggravante mafiosa al processo per reato elettorale nei confronti di Raffaele Lombardo è apparentemente all’insegna del fair play. Ma quella precisazione torna buona per “smussare” preventivamente o ammorbidire le bordate lanciate dal governatore in una conferenza stampa convocata stamattina e all’improvviso. Già, perché l’impressione è che adesso Lombardo punti al contrattacco. Il governatore, infatti, parla addirittura di “torture psichiche” nei confronti del geologo Giovanni Barbagallo. “Mi dicono – ha dichiarato Lombardo – che gli vengono somministrati psicofarmaci, e che stranamente la terapia viene interrotta due-tre giorni prima di interrogatori e deposizioni. Pare che venga sottoposto a qualche pressione”. Barbagallo è ritenuto dalla procura di Catania il colletto bianco che fa da tramite tra politici ed esponenti mafiosi. Il geologo avrebbe dovuto deporre ieri al processo per reato elettorale nei confronti di Lombardo ma non si è presentato per motivi di salute. La Procura ha poi richiesto l’aggravante per favoreggiamento alla mafia. Lombardo ha invitato i cronisti a leggere le carte, “non esistono rapporti tra me e Barbagallo. Non c’è mai stata nessuna confidenza. Non c’è nessuna intercettazione che dimostri che abbiamo parlato”.

È un Lombardo combattivo, quello che oggi dice: “La richiesta di aggravante mafiosa arriva a pochi giorni, probabilmente, dalla fine di un processo per reato elettorale che si sarebbe concluso con una assoluzione. Ne ero convinto, tant’é che i miei avvocati stavano andando dal giudice monocratico per chiedere l’accelerazione del processo in modo che si potesse concludere il 12 luglio. Poi c’é stato il colpo di scena dell’aggravante per favoreggiamento che fa tornare indietro tutto. Ieri, – ha aggiunto Lombardo – ho vissuto una giornata incredibile, definirla kafkiana non è una esagerazione. Con i miei avvocati eravamo convinti che il processo si fosse concluso presto e con una assoluzione, invece come nel gioco dell’oca si è tornati al punto di partenza”.

E il governatore torna sui nodi scottanti del processo. “La Safab? Mi pare incredibile pensare che io abbia favorito una società che da me non ha ottenuto nulla. Anzi, quando hanno manifestato l’idea di un grosso investimento per alloggi rivolti agli americani, noi abbiamo detto di no. Persino il maggiore del Ros Arcidiacono – ha proseguito – ha confermato questo fatto, ammettendo candidamente, addirittura, che forse la Regione avrebbe dovuto ripagare i danni alla Safab. Come si fa – ha incalzato – a dire che io possa avere avuto interessi in comune con loro?”. E il discorso non vale solo per la Safab, ma “anche per i grossi interessi sui termovalorizzatori o sugli impianti eolici. Il mio governo è stato quello che ha concretamente contrastato Cosa nostra, più di ogni altro”.

Ma l’aggravante mafiosa del reato elettorale ieri è piovuta come una doccia gelata sul presidente: “Quello che non mi spiego – ha detto – è proprio la tempistica. Quell’aggravante si basa sulle dichiarazioni dei pentiti Di Gati e D’Aquino. Ma quelle dichiarazioni, se non sbaglio, erano state depositate già il 29 marzo… E la cosa più assurda è che questa aggravante consisterebbe in una sorta di ‘intimidazione di quartiere’, di voto d’opinione mafioso. Una cosa che non sta né in cielo né in terra”. Insomma, il rispetto per la magistratura sarà pure intatto, ma qualche sospetto sulla procura di Catania Lombardo lo solleva: “Non c’é da scandalizzarsi – ha detto infatti – di quello che succede a Catania se pensiamo alla situazione che vive il capo dello Stato. È noto che ci siano spaccature, opinione diverse…”.

“In due anni – ha attaccato Lombardo – non sono mai stato interrogato. Ho dovuto concedere lunghe interviste o sottopormi a conferenze stampa per far conoscere anche le mie ragioni. Ma questo stillicidio, questo massacro finirà al massimo tra un mese: ribadisco che mi dimetterò il 28-29 luglio per una scelta politica, a meno che non mi debba dimettere per fatti indipendenti la mia volontà. Quali? La sfiducia, ovviamente”.

Tribunali e politica, quindi, che si intrecciano in una vicenda nella quale Lombardo ha confermato che si difenderà “nel processo. E dopo le mie dimissioni sarò più libero di difendermi. Intanto, domani all’assemblea congressuale del partito interverrò per l’ultima volta di fronte a un platea ampia. Alla Regione nominerò un vicepresidente che sarà anche il portavoce. Massimo Russo? Certamente è il più longevo degli assessori”.


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