Lombardo: voto di scambio | Avrebbe promesso favori - Live Sicilia

Lombardo: voto di scambio | Avrebbe promesso favori

Il presidente e il fratello a processo
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Da concorso esterno all’associazione mafiosa a reato elettorale. Ai fratelli Raffaele e Angelo Lombardo è stato notificato un decreto di citazione a giudizio. L’accusa è voto di scambio. Il processo inizierà il 14 dicembre davanti alla quarta sezione del Tribunale di Catania in composizione monocratica. La citazione a giudizio diretta, firmata dal procuratore Michelangelo Patanè, bypassa l’udienza preliminare. La posizione di Raffaele e Angelo Lombardo era stata già stralciata dall’inchiesta Iblis, per la quale è pendente una richiesta di rinvio a giudizio per oltre 50 imputati.

Il risultato a cui è giunta l’indagine della Procura etnea, dunque, è che il governatore non sia sceso a patti con Cosa nostra. O meglio, il presidente della Regione e il fratello si sarebbero rivolti a personaggi mafiosi come Vincenzo Aiello e Rosario Di Dio per cercare voti in favore di Angelo Lombardo, candidato alle politiche del 2008. In cambio avrebbero promesso generici favori in tema di concessioni e appalti. Il reato contestato viola la legge elettorale del 30 marzo 1957 che così recita all’articolo 96: “Chiunque, per ottenere a proprio od altrui vantaggio la firma per una dichiarazione di presentazione di candidatura, o il voto elettorale o l’astensione, offre, promette o somministra denaro, valori, o qualsiasi altra utilità, o promette, concede o fa conseguire impieghi pubblici o privati ad uno o più elettori o, per accordo con essi, ad altre persone, è punito con la reclusione da uno a quattro anni e con la multa da lire 600.000 a lire 4.000.000”.

Cosa ben diversa è lo scambio elettorale politico-mafioso previsto dal codice penale. In questo caso la pena sale da tre a sette anni. Per potere contestare questo reato bisogna, però, dimostrare che l’imputato abbia approfittato della pressione psicologica che la mafia esercita nell’elettorato. In soldoni, bisogna chiedere i voti alla mafia con la consapevolezza di ottenerli grazie all’intimidazione dell’organizzazione criminale. Cosa che ai fratelli Lombardo non viene contestata.



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