L'omelia dell'arcivescovo Romeo - Live Sicilia

L’omelia dell’arcivescovo Romeo

La messa in Cattedrale
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Ad arrivare per prima è la madre, stretta insieme alla figlia e all’abbraccio dei più cari, mentre una folla gremita riempie, sotto la pioggia battente, le navate della cattedrale di Palermo dove oggi si sono celebrati i funerali di Rosario Ponziano, il giovane palermitano caporalmaggiore dei paracadutisti alpini morto quattro giorni fa in un incidente in Afghanistan.  “Siamo sconvolti da questi eventi, un tragico incidente ha stroncato il progetto di un giovane che si è impegnato al servizio degli altri decidendo di seguire l’esempio del padre – ha detto l’arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo -. Oggi piangiamo con dolore la morte di un figlio, ma, lasciatemelo dire, ne siamo anche orgogliosi”. Monsignor Romeo ha paragonato il sacrificio del giovane militare a quello di “Don Pino Puglisi, il quale ripeteva sempre che ciascuno di noi è in grado di cambiare le cose con un piccolo gesto. Dobbiamo serbare il ricordo di questi due cittadini”. “Impegnarsi al servizio degli altri e della Nazione comporta dei rischi – ha aggiunto l’arcivescovo durante le esequie -.  Se noi cittadini, pur avendo tanta paura, abbiamo la certezza della difesa della nostra vita è perché ci sono tante persone che in silenzio, e con un atteggiamento costante, vegliano su di noi. Rosario ha prestato servizio in una terra profondamente travagliata e in una zona che non può essere estranea alla comunità internazionale e ha dato un contributo  per migliorare l’avvenire di fratelli che non conosceva. La città di Palermo deve conservare il ricordo di persone che, come Rosario, ci hanno invitato a non attendere soluzioni dall’alto”. Il giovane militare si era arruolato nel 2003, ed era in missione in Afghanistan dallo scorso agosto. A Palermo viveva con la madre e la sorella, dopo essere rimasto orfano del padre a 15 anni. Il genitore, maresciallo dei carabinieri, 10 anni fa era morto per un infarto.
Romeo ha inoltre ricordato la fede “viva e dinamica” del giovane che con frequenza seguiva la vita della propria parrocchia, la chiesa palermitana di San Basilio, dove “un giorno Rosario è arrivato da Bolzano per condividere con altri fratelli il momento in cui un nostro fedele è stato ordinato sacerdote”. E a proposito della missione italiana in Afghanistan, il cappellano militare, Don Lorenzo Cottani, durante la celebrazione ha detto: “Sentiamo il pericolo di nuove insidie ma torneremo su questa terra travagliata. Non sapremo mai se ci sarà la pace, ma sappiamo che per la pace è stato chiesto ai nostri figli l’estremo sacrificio”. Il sacerdote di San Basilio, la chiesa frequentata dalla famiglia del parà 25enne, ha anche annunciato che  una sala della parrocchia sarà intitolata a Rosario Ponziano. Il prete ha anche ricordato la  “vera vocazione del giovane che ha scelto con convinzione la vita militare, seguendo l’esempio del padre”. “Non l’ho incoraggiato – ha dichiarato il prete – ma alla mia richiesta di spiegazioni Rosario ha risposto semplicemente ‘Devo partire’”. Il sacerdote ha poi rivolto un saluto affettuoso alla madre del giovane e ha ricordato la partecipazione di Ponziano alla vita parrocchiale: “Il 13 di ogni mese Rosario veniva personalmente per partecipare alla fiaccolata mariana in onore di Fatima”.


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