PALERMO – Tre persone finiscono sotto processo per la folle notte del Goa che costò la vita ad Aldo Naro, ucciso con un calcio alla tempia. Il giudice per l’udienza preliminare Fernando Sestito ha rinviato a giudizio Francesco Troia, Massimo Barbaro e Antonino Basile.
Barbaro, proprietario del locale, è imputato di favoreggiamento personale. Gli altri due, clienti della discoteca, sono accusati di rissa. Il processo comincerà il 9 dicembre davanti alla quarta sezione monocratica del Tribunale. Saranno giudicati in abbreviato, invece, Giovanni Colombo, Pietro Covello, Daniele Cusimano, Mariano Russo, Natale Valentino, Giuseppe Micalizzi, Carlo Salvatore Lachina (accusati di rissa), Giuliano Bonura e Francesco Meschisi (accusato di favoreggiamento personale). Giovanni Perna, responsabile della sicurezza del Goa, ha chiesto di patteggiare la pena di un anno. Per loro l’udienza è stata rinviata al 21 settembre.
Si tratta del secondo troncone dell’inchiesta. Nel primo era stato coinvolto Andrea Balsano, reo confesso del delitto, condannato in primo e secondo grado a dieci anni di carcere per omicidio volontario. Fu lui a sferrare il calcio mortale alla tempia del giovane neolaureato in Medicina.
La morte di Aldo fu il tragico epilogo di una rissa scoppiata nel febbraio 2015 all’interno del locale dello Zen a cui avrebbero partecipato amici della vittima e altri clienti. Barbaro avrebbe cercato di proteggere Balsano per evitare che i carabinieri arrivassero alla sua individuazione; inoltre avrebbe mentito, negando che nel suo locale lavorasse personale in nero. Stesso reato viene contestato a Francesco Meschisi, coordinatore e reclutatore dei buttafuori, sia regolari che abusivi, e Giovanni Perna.
Nel privè della discoteca, durante la festa in maschera, accanto a Naro e ai suoi amici trovarono posto una quarantina di clienti, molti dei quali con diversi precedenti penali. Due di loro avrebbero attaccato briga con due amici di Aldo portandogli via i cappelli da cowboy. La situazione degenerò anche perché gli stessi buttafuori, quasi tutti senza l’obbligatorio cartellino di riconoscimento, sarebbero stati scambiati per partecipanti alla rissa anche per via dei colpi sferrati. Il caos fu inevitabile.
Davanti al giudice, stamani, si è notata l’assenza degli avvocati Nino Caleca e Roberto Mangano che fino ad ora avevano assistito i familiari di Aldo Naro, parti civili nei processi. Si sono affidati all’avvocato Antonio Impellizzeri di Caltanissetta, loro provincia di origine, e hanno anche chiesto la collaborazione di due esperti, fra cui Luciano Garofano, ex generale dei carabinieri del Ris. Dopo avere analizzato il materiale probatorio i consulenti ipotizzano, offrendo un input investigativo, che altre persone, anche maggiorenni, abbiano partecipato all’omicidio di Aldo. Gli avvocati Caleca e Mangano sono sempre stati in linea con quanto ricostruito dai pm della Procura ordinaria e di quella minorile.