CATANIA – Ci sono due sospettati. Le indagini dei carabinieri sull’omicidio di Enzo Timonieri hanno portato a chiudere il cerchio su due nomi. Che da fonti di LiveSicilia sarebbero inseriti nel contesto criminale collegato al gruppo mafioso dei Nizza. Lo stesso in cui avrebbe orbitato la vittima.
Nessuna conferma arriva dagli inquirenti. L’inchiesta della Dda etnea rimane nel più stretto riserbo. Bocche cucite, ormai da quasi dieci giorni. Da quando i militari, su una precisa indicazione di un aspirante collaboratore di giustizia, sono andati in contrada Vaccarizzo e hanno trovato il corpo in decomposizione del giovane 26enne di San Cristoforo.
Timonieri è scomparso a metà febbraio. Sui profili social di amici e parenti già quattro mesi fa giravano video con “colonne sonore” napoletane dedicate a Enzo ‘u ballerino. La compagna, il padre, i compagni del quartiere non hanno mai perso la speranza. Anche se da più fronti si era concretizzata l’idea che fosse accaduto qualcosa di terribile. Ed era stata anche sporta una denuncia.
Le indagini non sono chiuse, che sia chiaro. I carabinieri stanno ricostruendo il quadro dell’inquietante omicidio: dal movente alle modalità.
Quella pallottola trovata nel cranio purtroppo ricorda gli efferati delitti della mattanza degli anni ’90. O la follia omicida del killer Iano Lo Giudice che ha seminato morti nella prima decade del nuovo millennio. Periodo in cui si sono consumate anche le guerre all’interno di Cosa nostra.
L’assassinio del giovane Timoniere è un’altra pagina nera che si aggiunge alla raccapricciante sparatoria di agosto. A Catania, purtroppo, si è tornato a uccidere.