PALERMO – “La vicinanza dello Stato dà coraggio e permette al cittadino di ribellarsi di fronte ai soprusi, come nel caso delle denunce del pizzo. Spero che i palermitani sentano la vicinanza della polizia, perché qualcosa è cambiato rispetto a decenni fa”. Sono le parole di Guido Longo, 61 anni, nuovo questore di Palermo che si insedia oggi.
Durante l’incontro con i giornalisti che si è svolto in Questura ha precisato: “Monitoriamo qualunque obiettivo – ha aggiunto – che possa costituire un potenziale pericolo anche sul fronte del terrorismo”. Quello di Longo è un ritorno a Palermo, è stato infatti vicecapo della Squadra mobile guidata tra la fine degli anni Ottanta ed i Novanta da Arnaldo La Barbera. Poi è diventato questore di Caserta e successivamente di Reggio Calabria.
“Torno a Palermo dopo 21 anni, ma l’obiettivo è sempre quello di combattere l’illegalità a 360 gradi. Il percorso di legalità deve proseguire, coinvolgere i cittadini. Si tratta di percorsi paralleli volti ad aintersecarsi per combattere l’illegalità diffusa, di cui anche il fenomeno mafioso fa parte”. E in base alle ultime operazioni che nel capoluogo siciliano hanno smantellato i clan che rimpinguavano le proprie casse con le estorisoni, Longo aggiunge:
“E’ un bene che risultati del genere si siano ottenuti grazie alla collaborazione di chi ha deciso di non abbassare la testa. Un segnale importante. D’altronde pagare il pizzo vuol dire alimentare la mafia, vuol dire pagarlo per sempre. Chi denuncia può soltanto trarne beneficio”.