L’opposizione: "Musumeci dimettiti" | Il M5s: "Intesa e governo tecnico" - Live Sicilia

L’opposizione: “Musumeci dimettiti” | Il M5s: “Intesa e governo tecnico”

Il M5s dopo la seduta Ars

Governo quattro volte ko in Aula. Salta la norma sul disavanzo, ed è caos. Armao: "Non firmo un altro esercizio provvisorio".

Non solo Finanziaria a rischio, ma anche l’intera legislatura a questo punto traballa. Dopo quattro ko successivi in Aula, il governo Musumeci è in alto mare e le opposizioni fremono. Il messaggio è unanime: “Musumeci si dimetta”. Solo i 5 Stelle, forti della propria posizione a Roma, offrono uno spiraglio: “Il presidente della Regione si liberi della sua ‘maggioranza’ famelica e ricattatrice e dia vita a un governo tecnico firmando un accordo con noi su poche leggi fondamentali per la Sicilia”, dice il capogruppo Francesco Cappello. Nel frattempo la maggioranza è nel caos, e il governatore non c’è: è a Roma, e stasera parteciperà anche alla trasmissione di Bruno Vespa “Porta a porta”.

Ed è tutto sulle spalle del vicepresidente della Regione, l’assessore all’Economia Gaetano Armao. “Io un altro esercizio provvisorio non lo firmo”. Sono le parole di Armao dopo l’ennesimo ko del governo in sala d’Ercole. Ma le firme che vuole Claudio Fava, leader dei Centopassi, sono due: “Una sull’esercizio provvisorio e una sulle dimissioni”. “Il presidente Musumeci – dice Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd – prenda atto che il suo governo è paralizzato dagli scontri interni alla maggioranza. Quella che doveva essere la sua prima ‘vera’ legge finanziaria si sta dimostrando un flop senza precedenti”.

Dopo la prima grossa bocciatura, quella del cosiddetto “modello Portogallo”, norma manifesto di questa Finanziaria, il governo è finito ko nella trappola tesa da Pd e M5s del voto segreto sul’articolo 7. Il voto contrario di qualche franco tiratore ha affossato la norma e mandato la seduta nel caos costringendo il presidente dell’Ars a sospendere i lavori: “Dobbiamo trovare una soluzione perché i siciliani fuori da qui ci ammazzano”. L’articolo in questione, il numero 7, che genericamente parla di “trasparenza del bilancio regionale”, è la norma con cui il governo poteva stanziare 53 milioni di euro nel cosiddetto “fondo rischi”, applicando la norma nazionale che consentiva di spalmare il disavanzo in 30 anni.

Caduta questa possibilità, anche il Bilancio, che attende solo il voto finale, rischia di non reggersi. Così come rischia di nascere già morto anche il Collegato. Tanto che Miccichè, rinviando la seduta a domani alle 18 (non prima per via dell’inaugurazione di una mostra a Palazzo dei Normanni), ha spiegato che “si sta cercando un modo per risolvere il problema della bocciatura dell’articolo 7”.

Unico articolo approvato oggi, e non senza polemiche, l’articolo 3 sulle agevolazioni alle imprese. Una norma che finalmente sblocca gli 84 milioni di euro per l’Irfis che erano stati stanziati con la scorsa Finanziaria. La discussione su questa norma ha causato le prime crepe in maggioranza: il governo ha dato parere contrario a un emendamento di Fratelli d’Italia, partito che sostiene Musumeci. Un atto che potrebbe essere costato molto caro.

LA CRONACA DELLA SEDUTA

17.54 – La seduta è conclusa.

17.53 – Miccichè riapre la seduta: “Stiamo cercando una soluzione al problema della bocciatura dell’articolo 7. Il Governo mi aveva chiesto di rinviare la seduta a domani alle 16, ma in Assemblea c’è l’inaugurazione di una mostra, quindi rinvio domani alle 18”. 

16.42 – Riprende la seduta e Miccichè dice: “La situazione è fuori controllo. Se non ritroviamo la calma, i siciliani fuori ci ammazzano. Sospendo fino alle 18. Vi comunicherò se ci sono le condizioni per procedere”.

16.30 – Il capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo, in sala stampa: “Il governo ha il dovere di chiedere al Parlamento una proroga dell’esercizio provvisorio. Non possono chiederci di approvare il bilancio senza questi 53 milioni di euro per il fondo rischi che la Corte dei Conti ha chiesto più volte di garantire”. Armao: “Io un altro esercizio provvisorio non lo firmo”. Durante le votazioni l’assessore Cordaro aveva chiesto chiaramente a Miccichè di sospendere la seduta prima di votare l’intero articolo.

16.26 – Armao, uscendo dall’Aula, ha parlato di “vigliaccheria” delle opposizioni a proposito del voto segreto sugli emendamenti dell’articolo 7, che alla fine è stato bocciato nella sua interezza. Il governo perde quindi la possibilità di utilizzare 53 milioni di euro per il triennio 2019/2021. Alcuni grillini, a margine della seduta affermano: “È saltato il bancomat”. Molti assessori in “silenzio stampa”.

16.22 – Miccichè costretto a sospendere la seduta.

16.16 – Si vota l’articolo 7 senza il comma 2: bocciato. Governo ko 4 volte.

16.14 – Si vota l’emendamento soppressivo del comma 2. Governo ko di nuovo: è approvato.

16.13 – Si vota l’emendamento con la riscrittura. Il governo sotto un’altra volta.

16.10 – Si passa all’articolo 7. Il governo ha presentato una riscrittura.

16.10 – Approvato l’articolo 3 (non emendato): sbloccati i fondi all’Irfis.

16.09 – L’emendamento di Fratelli d’Italia è bocciato dall’aula.

15.55 – Dopo l’intervento a favore dell’articolo di Caronia (Misto), interviene l’assessore Cordaro per chiedere ai parlamentari di ritirare tutti gli emendamenti “e approvare l’articolo nella sua versione originaria, vista la sua importanza”. Amata (Fdi): “Non ritiriamo l’emendamento, anzi pensiamo che, non comportando spese e valorizzando le aziende che hanno cura della dimensione femminile e familiare, sia importante votare l’articolo con questa nuova formulazione”. Lupo (Pd) annuncia il “voto favorevole del Partito democratico sull’articolo 3 nella sua formulazione originaria” oppure con la presentazione di un emendamento destinato a superare le discussioni sull’emendamento di Fratelli d’Italia. Micciché attende la risposta di Catalfamo poi mette in votazione l’emendamento di Fratelli d’Italia, col parere contrario del governo.

15.43 – Si passa all’articolo 3 “Agevolazioni al credito in favore delle imprese”, sui fondi Irfis. Catalfamo (Fdi) ha presentato la riscrittura di un emendamento sulle certificazioni “family plus“. Cracolici (Pd): “Invito tutti i colleghi a votare questa norma per consentire all’Irfis di erogare crediti agevolati alle imprese”. Cancelleri (M5s): “Per me questa norma non sta in piedi. Ne possiamo parlare, ma quando ci sarà contezza di questi strumenti per investire sulle imprese e ci sarà l’impegno del governo a renderli immediatamente esecutivi”. Miccichè risponde a Cancelleri: “Lei ha perfettamente ragione. Al primo Consiglio di Presidenza istituiremo una Commissione per la verifica dell’attuazione delle leggi. Lo abbiamo sempre detto e ora è tempo di farlo”. Milazzo (Fi): “Con questo articolo si finanzia l’economia reale della Sicilia”.

15.43 – Bocciato l’articolo 1 della Finanziaria. Governo ko. Il commento di Fava: “È stata bocciata la norma manifesto del governo Musumeci, sgravi ai pensionati stranieri che vengono in Sicilia e pazienza per i 90 mila siciliani costretti ogni anno a scappare. In questo voto c’è tutto il senso del fallimento di una finanziaria di merletti e lustrini, inutile, noiosa, imbarazzante”. E Aricò (Db): “Bocciando la norma che prevedeva agevolazioni fiscali per coloro che avessero trasferito la propria residenza o sede sociale dall’estero in Sicilia, l’Ars ha gettato al vento una grande occasione”.

15.41 – Voto segreto sull’emendamento che vuole sopprimere il “modello Portogallo” (art.1). Approvato il primo emendamento soppressivo a firma Fava (Centopassi), quindi salta la norma voluta dal Governo. La maggioranza va sotto.

15.35 – Inizia l’esame dell’articolo 1. Armao illustra “l’importanza” di questa norma, e delle disposizioni dell’emendamento a firma del governo, per i territori dell’isola che si stanno spopolando e impoverendo. “È una norma che viene dalla commissione ormai, il governo ne ha perso praticamente la genesi. È frutto di una collaborazione anche con le opposizioni, e ringrazio il Pd per questo. Abbiamo anche limitato l’impatto fiscale della norma rispetto a quanto previsto per esempio a livello nazionale”.

15.31 – Interviene però il deputato Lo Giudice (Misto, vicino all’ex parlamentare regionale Cateno De Luca) chiedendo spiegazioni sullo stralcio di due articoli. Miccichè spiega che non si possono ammettere articoli che prevedono spesa, “essendo la Finanziaria totalmente a costo zero”.

15.30 – La seduta riprende. In Aula anche qualche assessore, ma non è presente il presidente della Regione Nello Musumeci. Si riparte dall’articolo 1, il cosiddetto “modello Portogallo” (Agevolazioni per le persone fisiche che trasferiscono la propria residenza fiscale nella Regione).

15.05 – Dopo i rinvii di questa mattina (dalle 11 alle 12 e poi alle 15), il presidente Miccichè apre la seduta e la rinvia di altri cinque minuti: “Poi, se ci sono le condizioni, andiamo avanti”, ha detto. I banchi del governo sono vuoti.


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