Veronica in lacrime davanti al gip | "Non sono stata io, Loris a scuola" - Live Sicilia

Veronica in lacrime davanti al gip | “Non sono stata io, Loris a scuola”

"Ho consegnato le fascette alle maestre per dare un contributo all'accertamento della verità". Presenti il capo della procura iblea, Carmelo Petralia, il sostituto Marco Rota e il legale della donna, l'avvocato Francesco Villardita, che dice: "Ha riconfermato le versioni date precedentemente". GUARDA IL VIDEO 

di Matteo Guidelli (Ansa)

RAGUSA – “Signor giudice mi creda, non sono stata io”. In lacrime, dopo quattro ore d’interrogatorio nel carcere di Catania, la mamma del piccolo Loris ribadisce per l’ennesima volta la sua versione. “Ho accompagnato mio figlio a scuola” è il mantra di Veronica Panarello davanti al gip Claudio Maggioni, che deciderà entro domani sera se confermare il fermo emesso dalla procura di Ragusa per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e occultamento di cadavere. Anche oggi dunque, per la terza volta in meno di una settimana, Veronica non si è spostata di un millimetro dalle sue posizioni. E a nulla è servito metterla davanti al fatto compiuto, mostrandole un vero e proprio ‘film’ realizzato la mattina di sabato 29 novembre grazie alle telecamere di Santa Croce Camerina, in cui la sua auto è ovunque tranne che dove dice la donna. Magistrati e investigatori speravano che, davanti a quelle immagini che la smentiscono, la mamma di Loris potesse cambiare atteggiamento.

E invece nulla. Al gip, in una saletta riservata del carcere di piazza Lanza, Veronica ha continuato a ripetere sempre la stessa cosa, mantenendo lo stesso atteggiamento tenuto anche in procura nella notte di lunedì e il giorno dopo in questura. Sguardo perso nel vuoto, voce bassa, parole sempre uguali. “Ha risposto a tutte le domande – ha detto il suo avvocato, Francesco Villardita – riconfermando integralmente la stessa versione dei fatti data in questi giorni agli inquirenti, non si è assolutamente contraddetta”. La video-ricostruzione realizzata dagli investigatori dura circa 30-40 minuti – ma per vederla in carcere c’è voluto oltre un’ora e mezza – ed è stata fatta mettendo assieme tutte le immagini delle telecamere che inquadrano la mattina di sabato 29 novembre l’auto di Veronica. Ce ne sono almeno una ventina definite “ottime” da chi indaga, con una risoluzione che consente una visione chiara e dettagliata.

Partendo dai tracciati di Google Earth, polizia e carabinieri hanno sostituito le immagini provenienti dal satellite con quelle delle telecamere di Santa Croce Camerina: un lavoro che ha richiesto giorni ma che, una volta completato, ha consentito a chi indaga di avere chiaro il film di quella mattina. Veronica viene infatti ‘pedinata’ dalle telecamere per quasi un’ora e mezza, da poco dopo le 8.30 a pochi minuti prima delle 10. L’arco di tempo in cui Veronica dice, secondo gli investigatori, un sacco di bugie. L’avvocato Villardita ha già annunciato che chiederà un incidente probatorio sulle telecamere, mentre non ha ancora deciso quale strategia adottare in merito ad una eventuale perizia psichiatrica. Nel corso dell’interrogatorio Veronica ha anche smentito di avere un secondo telefonino, di cui parla la sorella in un verbale. “Ho un solo cellulare e l’ho consegnato spontaneamente agli investigatori prima ancora di essere fermata”.

Ma soprattutto Veronica è tornata anche sulla questione delle fascette, dicendo di averle date alle maestre “per dare un contributo all’accertamento della verità”. Un contributo assai curioso dato che il fatto che Loris fosse stato ucciso con delle fascette compatibili con quelle consegnate da Veronica, si è saputo soltanto tre giorni dopo la visita delle maestre. Dunque, perché Veronica pensava di poter accertare la verità consegnando proprio quelle fascette quando nessuno, neanche i medici legali, sapevano che un oggetto come quello era proprio ‘l’arma’ del delitto? In attesa del pronunciamento del Gip, che potrebbe anche decidere di non convalidare il fermo per la mancanza del pericolo di fuga ed applicare contestualmente la custodia cautelare in carcere chiesta dalla procura (come ad esempio nel caso di Yara), gli investigatori proseguono nella ricerca di ulteriori riscontri agli elementi già raccolti. Delle risposte interessanti potrebbero arrivare dagli esami sull’auto di Veronica: tracce ematiche o di urina nel portabagagli, ad esempio, sarebbero difficili da spiegare se non con la presenza di Loris. Ma anche l’eventuale presenza sul fondo della Polo nera di residui del terriccio di contrada Mulino Vecchio obbligherebbe la donna a spiegare il perché di quella presenza, visto che ha sempre detto di non esser mai andata lì.

Un altro elemento interessante sarebbe invece emerso dall’analisi dei tabulati e delle celle telefoniche: il cellulare di Veronica risulterebbe senza campo per una decina di minuti tra le 8.49 e le 9.25, vale a dire in quei 36 minuti in cui, secondo la ricostruzione della procura, viene ucciso Loris. L’ipotesi investigativa è che quei dieci minuti siano quelli trascorsi nel garage, per mettere il piccolo nell’auto e uscire senza esser vista da nessuno.

LA DIRETTA DI OGGI

20.30. “Ho accompagnato Loris vicino la scuola, e un vigile urbano donna che era lì in servizio mi ha vista”. Lo ha detto Veronica Panarello al Gip di Ragusa, indicando anche il nome dell’appartenente alla polizia municipale, durante l’interrogatori di garanzia che si è tenuto nel carcere di Catania.

20.29. “Veronica Panarello – ha confermato il suo legale, l’avvocato Francesco Villardita – ha negato l’esistenza di un secondo telefonino. Ha detto che di cellulari ne ha soltanto uno e che è a disposizione della magistratura per tutti gli accertamenti che possono essere e che possono essere fatti. Il telefonino è stato consegnato spontaneamente ed è in mano alla magistratura da quando la signora era ancora libera e non sottoposta a fermo”.

20.06. “Ho consegnato le fascette alle maestre per dare un contributo all’accertamento della verità”. Lo ha detto Veronica Panarello al gip spiegando così la consegna delle fascette di plastica, che sarebbero compatibili con quelle utilizzate per uccidere il bambino, alle due maestre di Loris che erano andate a visitarla dopo il ritrovamento del corpo del bimbo.

20.02. “Ho un solo cellulare e l’ho consegnato spontaneamente agli investigatori prima ancora di essere fermata”. Così Veronica Panarello al gip smentendo le affermazioni di suoi familiari che hanno sostenuto che la donna avesse un secondo telefonino

20.00. Veronica Panarello , la mamma di Loris, ha risposto a tutte le domande che le sono state poste dal gip, dal pm Marco Rota e dal suo avvocato in un interrogatorio durato oltre tre ore. Il gip si è riservato di decidere entro domani sulla convalida del fermo e su eventuali misure cautelari.

19.48. “Signor giudice mi creda, non sono stata io”. Lo ha detto in lacrime Veronica Panarello concludendo il suo interrogatorio di garanzia davanti al Gip di Ragusa. La donna ha risposto per oltre tre ore a tutte le domande.

19.15. Si è concluso l’interrogatorio di garanzia per la convalida del fermo di Veronica Panarello, accusata di avere ucciso, il 29 novembre scorso a Santa Croce Camerina, il figlio Loris, di 8 anni. Il Gip di Ragusa, Claudio Maggioni, ha sentito la donna per oltre tre ore nel carcere di Catania, alla presenza del sostituto procuratore Marco Rota e del legale dell’indagata, l’avvocato Francesco Villardita. Il Giudice per le indagini preliminari dovrà rendere nota la sua decisione entro domani sera.

17.45. Ancora in corso l’interrogatorio di garanzia nel carcere ‘Piazza Lanza’

15.50. E’ arrivato anche il Gip Claudio Maggioni nel carcere di Catania. E’ lui che sostiene l’interrogatorio di garanzia per la convalida del fermo di Veronica Panarello, che è al via. Il Giudice per le indagini preliminari di Ragusa dovrà decidere, entro domani sera, dopo avere sentito la donna e letto gli atti del fascicolo, se convalidare il fermo e se emettere ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’indagata. I reati ipotizzati sono omicidio aggravato e occultamento del cadavere del figlio Loris, di 8 anni.

15.44. “Richiesta di perizia psichiatrica? Adesso non sappiamo quello che dobbiamo fare”. Lo ha detto l’avvocato Francesco Villardita, prima di entrare nel carcere di Catania, sulla linea di difesa della sua assistita, Veronica Panarello, accusata di avere ucciso il figlio Loris, di 8 anni. La donna sta per essere sottoposta a interrogatorio di garanzia davanti al Gip di Ragusa. “Al momento – ha aggiunto il legale – non sto pensando nulla. I voglio solo verificare gli atti perché ancora tutti gli atti non li ho verificati. Voglio vedere cosa dirà oggi la signora, se si avvale della facoltà di non rispondere o se risponde e poi ve lo faremo sapere”. Sull’esistenza di un altro cellulare in uso a Veronica Panerello, il difensore ha detto “non ne so niente”.

15.39. C’è un video di 30-40 minuti nel quale gli investigatori hanno ricostruito tutti gli spostamenti effettuati da Veronica Panarello la mattina del 29 novembre, il giorno della scomparsa di Loris. Il filmato è stato montato in questi giorni e verrà mostrato dal Gip di Ragusa alla madre di Loris nel corso dell’udienza di convalida del fermo che si tiene nel carcere di piazza Lanza a Catania. Per realizzare il video, gli investigatori hanno preso tutte le immagini delle telecamere di Santa Croce Camerina che riprendono l’auto di Veronica, una ventina circa, e le hanno montate dando loro un ordine sequenziale in base alla ricostruzione ipotizzata per l’omicidio. Quella mattina infatti, l’auto della mamma di Loris è stata di fatto ‘pedinata’ dalle telecamere per circa un’ora e mezzo, da poco dopo le 8.30 a pochi minuti prima delle 10.

15.38. “Non so se la signora si avvarrà della facoltà di non rispondere, o se parlerà con il Gip: è lei che decide”. Lo ha detto l’avvocato Francesco Villardita, prima di entrare nel carcere di Catania, senza fare previsioni sulla linea di difesa della sua assistita, Veronica Panarello, accusata di avere ucciso il figlio Loris, di 8 anni, nell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip di Ragusa. Il legale, invece, rivela che “probabilmente sarà chiesto un incidente probatorio sui filmati acquisiti agli atti dell’inchiesta”.

15.20. E’ il sostituto procuratore di Ragusa, Marco Rota, il primo ad arrivare nel carcere di Catania dove tra poco si terrà l’interrogatorio di garanzia, da parte del Gip Claudio Maggioni, di Veronica Panarello, la donna accusata di avere ucciso suo figlio Lorenzo, di 8 anni. Secondo quanto si apprende potrebbe essere l’unico rappresentante dell’accusa che parteciperà all’atto per la convalida del fermo della donna, eseguito da polizia e carabinieri. Il delitto è avvenuto il 29 novembre scorso a Santa Croce Camerina

Il mistero del telefonino

Dagli interrogatori e dai verbali spunta un cellulare ‘segreto’, un telefonino con foto e video di Loris che Veronica avrebbe tenuto conservato. Ne ha parlato Antonella, sorella della madre di Loris, agli inquirenti: “Mi risulta che Veronica aveva più utenze telefoniche. Ha detto di aver nascosto bene il cellulare che conteneva video e foto di Loris”. Ma nessuno ha ancora trovato – ammesso che esista – il cellulare. Anche se proprio questo particolare comincia a suggerire agli inquirenti l’ipotesi che possa esserci stato un complice.

La vita difficile di Veronica

Le parole dei parenti di Veronica, della madre Carmela e della sorella Antonella, rivelano la figura di un adolescente psicologicamente molto fragile che faceva di tutto per tenere nascosta la sua sofferenza. La madre di Veronica Panarello racconta la vita difficile di una ragazza che avrebbe avuto manie di persecuzione e un profilo di inquietudine. Come per la storia del ‘rapimento’: “Era il 2003 – ecco il racconto agli inquirenti -. Eravamo io, mio figlio Paolo e lei. Io e Paolo siamo scesi dall’auto lasciandola sola e quando siamo tornati ci ha raccontato che un uomo era salito e aveva cercato di mettere in moto e partire assieme a lei”.

 

 


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