SANTA CROCE CAMERINA (RAGUSA) – Un laccio di plastica, una fascetta di quelle utilizzate dagli elettricisti, stretta attorno al collo: così Loris Stival sarebbe morto la mattina di sabato scorso. Dove è stato ucciso, però, è ancora un mistero. A cinque giorni dal ritrovamento del cadavere del piccolo nel fosso di Mulino Vecchio a Santa Croce Camerina, emergono nuovi dettagli dall’inchiesta che cerca di dare un volto all’assassino del bimbo di 8 anni. L’elemento nuovo, che potrebbe fornire ulteriori spunti d’indagine per fare luce su quel che è accaduto, sarebbe emerso da una rilettura dei primi esiti dell’autopsia.
La causa della morte resta infatti quella dell’ “asfissia da strangolamento” ma cambia il modo in cui è stata provocata: non più a mani nude, come avevano ipotizzato gli inquirenti e gli investigatori in un primo momento, ma appunto con un laccio di plastica. Ma non finisce qui: gli esami hanno anche evidenziato dei graffi sul viso e sul collo del bambino. E questi ultimi, secondo quanto si apprende, potrebbero essere stati provocati da un oggetto utilizzato per tagliare la fascetta dopo che questa era stata stretta al collo. Tra l’altro, nel corso dei rilievi effettuati nell’abitazione degli Stival in questi giorni, sono state sequestrate un paio di forbicine che ora saranno esaminate per verificare se siano compatibili con i graffi sul collo di Loris. Quando è stato ritrovato, inoltre, il bambino indossava tutti gli abiti che aveva quella mattina, compreso il grembiule di scuola, e gli unici elementi che mancavano e che ancora mancano sono gli slip e lo zainetto blu con le cinghiette gialle. In attesa degli esiti definitivi di tutti gli esami disposti, polizia e carabinieri sono tornati a scavare nel racconto fatto dalla madre di Loris, Veronica Panarello, che presenterebbe diverse contraddizioni.
Almeno 3, stando ai due verbali che la donna ha firmato fino ad oggi. La prima riguarda la distanza dalla scuola alla quale è stato lasciato Loris: 500 metri nella prima versione, una decina nella seconda. C’è poi il discorso relativo al corso di cucina, dove in un caso la donna dice di esserci andata subito dopo aver lasciato il figlio piccolo alla ludoteca e in un altro di esser passata prima da casa per delle “faccende domestiche”. Ed infine, il sacchetto della spazzatura gettato in strada lungo un percorso che non ha nulla a che fare con la scuola di Loris ma è invece più compatibile con la strada per il Mulino Vecchio: un episodio che non viene mai raccontato nel primo dei due verbali. Proprio per questi motivi, polizia e carabinieri si sono presentati oggi ancora una volta a casa degli Stival per ripercorrere assieme a Veronica la strada fatta quella mattina con la Polo nera. Un’iniziativa della procura per cercare di chiarire le discordanze emerse dal racconto. La mamma di Loris è così salita a bordo di una delle due auto della polizia e ha rifatto la strada tra la casa di via Garibaldi e la scuola Falcone e Borsellino frequentata dal bimbo, passando anche per il punto dove sarebbe stato gettato il sacchetto dei rifiuti, per la ludoteca dove ha lasciato il figlio piccolo e, infine, per la tenuta di Donnafugata dove Veronica ha partecipato al corso di cucina. Affranta e provata, la donna è poi tornata in questura a Ragusa per firmare il verbale. “La mia assistita ha partecipato a una verifica come persona informata dei fatti, non è assolutamente indagata ed è tornata a casa” ha detto l’avvocato della famiglia Francesco Villardita che poi si è soffermato sulle incongruenze nel racconto: “nel processo penale le cose presunte non esistono, ci vogliono certezze”.
LA DIRETTA.
19.49. “La mia assistita ha partecipato a una verifica come persona informata dei fatti, non è assolutamente indagata. Sta tornando a casa”. Lo dice all’ANSA il legale della mamma di Loris, l’avvocato Francesco Villardita, sottolineando di avere partecipato agli esami volontariamente, perché “non era un atto che prevedeva l’obbligo della presenza di un difensore, perché la signora non è indagata”. “Le incongruenze? Nel processo penale – osserva il legale – le cose presunte non esistono, ci vogliono certezze”.
19.42. Basta alla gogna mediatica. Tra bancarelle del mercatino settimanale e la piazza, Santa Croce Camerina si ribella: sì all’informazione, ma stop al ‘circo’. E difende anche la mamma di Loris, la cui ricostruzione del giorno della scomparsa del bambino di 8 anni, avvenuta il 29 novembre scorso, è al centro dell’attenzione di investigatori e magistratura. “E’ una madre premurosa e iperprotettiva – dice di lei una vicina di casa – i figli sono la cosa più importante della sua vita, non voleva che nessuno li toccasse, figurarsi il resto”. Il paese protegge i suoi abitanti: è abituato a includere, come dimostrano i cartelli in tre lingue – italiano, romeno e arabo – esposti davanti la chiesa di San Giovanni Battista. E per Santa Croce Camerina, lei, Veronica Panarello, 25 anni, è “innocente, fino a prova contraria…”. Tra le bancarelle del mercatino il tema è sfiorato dalla gente, nel tentativo di un ritorno alla normalità. Tra frutta verdura, vestiti e gadget elettronici di varia utilità, non lontano da serre dove si coltivano preziosi ortaggi, gli abitanti del paese del Ragusano preferiscono evitare il tema. “E’ una storia drammatica – conferma Giovanna, casalinga mentre sceglie della frutta – ma non è il nostro paese. Una madre ama i figli, e basta. I giornalisti stanno dando un’immagine sbagliata della vicenda e del nostro paese”. Un anziano chiede delle calze invernali: “servono a proteggerci dal freddo, anche se ancora la temperatura è mite, ma mi sembra che dal punto di vista mediatico il barometro segna già tempesta…”. Il paese è cortese con i giornalisti, anche se l’essere al centro dell’attenzione per un fatto di cronaca nazionale, con telecamere in giro 24 ore su 24 ore ha sconvolto la routine della comunità, abituata a altri ritmi: quelli propri, ‘biologici’ li ha modificati, quelli dell’immagine li considera travolti senza ‘rispetto’. “Ho la sensazione – osserva il sindaco Franca Iurato – che si stia superando il limite: dico sì all’informazione, no al cannibalismo mediatico davanti ad un dramma che ancora non ha un colpevole”. E invita i giornalisti a “non scadere nella morbosità nel diffondere notizie”. “Quello che esce dalle informazioni – sottolinea la prima cittadina di Santa Croce Camerina – è il ritratto falsato del nostro paese: noi siamo una comunità laboriosa, che ha avuto sempre rispetto delle regole e delle persone. Lo abbiamo anche per i giornalisti che fanno il loro lavoro, purché stiano attenti a non superare il confine tra informazione e cannibalismo mediatico. Siamo certi – chiosa Franco Iurato – che la procura di Ragusa, aiutata dai migliori investigatori italiani, che sono arrivati qui, stanno lavorando bene. Lavorare bene: ecco, questo dobbiamo fare tutti”.
19.23. E’ uscita dalla questura di Ragusa, Veronica Panarello, la mamma di Loris, dopo avere firmato il verbale della ricostruzione della mattina in cui è scomparso suo figlio. La donna, apparsa molto provata e affranta, era sorretta dal marito. Si sono allontani con l’auto del loro legale, l’avvocato Francesco Villardita.
18.50. E’ entrata nella questura di Ragusa, per firmare il verbale della ricostruzione della mattina in cui è scomparso suo figlio Loris, Veronica Panarello. La donna è accompagnata dal suo legale, l’avvocato Francesco Villardita.
18.47. Veronica Panarello era “serena” quando arrivò al corso di cucina nella tenuta di Donnafugata, sabato mattina poco dopo le 10. Lo hanno raccontato agli investigatori alcuni dei partecipanti al corso, che hanno però aggiunto un altro particolare: la madre di Loris giustificò il ritardo dicendo che aveva avuto dei problemi. Di Veronica però non si ricorda Giuseppe, il titolare del ristorante ‘Il Giardino di Bianca’, il locale all’interno della tenuta di Donnafugata dove si è tenuto il corso di cucina su come utilizzare il robot ‘Bimbi’. “Quel giorno era pienissimo, ci saranno state una novantina di persone, più del previsto, tanto che alcune sono dovute andare via – racconta -. Proprio per questo non mi ricordo di averla vista”. La donna però c’era, visto che il suo nome compare sul registro in cui sono annotati tutti i partecipanti al corso e che gli investigatori hanno preso lunedì mattina.
17.08. “Quello che sta raccontando la triste morte del piccolo Loris è un giornalismo cinico, a volte violento”. Lo ha detto don Fortunato Di Noto, fondatore dell’Associazione Meter, da anni impegnato nella lotta alla pedofilia, in un’intervista alla Radio Vaticana. “Ciò che più preoccupa – ha spiegato Don Di Noto – è la morbosità dei media sulla vita della mamma, dei parenti più stretti. Affermare che il piccolo abbia subito violenza senza alcun riscontro certo o che i genitori sanno qualcosa ma non parlano è una cosa grave; mettere in circolo questi sospetti io credo che possa sviare le indagini che sono invece condotte con oculatezza e delicatezza”. “Questo sistema dell’informazione – continua ancora don Di Noto – è sempre più cinico: ad esempio la fotografia delle mutandine ritrovate dagli inquirenti non dice nulla eppure è stata diffusa ampiamente e morbosamente da tutti i media: eppure noi sappiamo benissimo che questo tipo di foto fanno la felicità dei pedofili che in rete comprano questo genere di fotografie. Nella deontologia giornalistica ci sono molte ‘carte’, molti codici di comportamento, che vengono disattese”. “Nella famiglia del piccolo Loris – ha ammonito il sacerdote – non dimentichiamoci che c’è un altro bambino di quattro anni. Tante volte il sistema dell’informazione dimentica che in ballo ci sono persone che hanno una propria storia, delle emozioni, e non possono finire nel tritacarne mediatico. E questa violenza non risparmia neanche la comunità di Santa Croce in Camerina. Quando un giornalista solo per il gusto di ottenere per primo e a tutti i costi ‘la notizia’, entra a gamba tesa nella vite delle persone, che ci sia una repulsione è quasi comprensibile. Il giornalista dovrebbe raccontare fatti concreti, non retroscena non provati e verificati, come spesso accade nei talk show”.
16.46. Sì è vero, stiamo verificando dei percorsi”. Lo dice all’ANSA l’avvocato Francesco Villardita, legale della famiglia Stival, confermando che è in corso un sopralluogo sul percorso casa-scuola-Donna Fugata della mamma del piccolo Loris scomparso il 29 novembre e trovato morto lo stesso giorno in Contrada Mulino Vecchio di Santa Croce Camerina
16.44. Le auto impegnate nel ripercorrere la strada compiuta dalla madre di Loris sabato sono una Opel Astra bianca e una Giulietta grigia della polizia. Su quest’ultima auto c’è, oltre un cameraman che riprende la strada, anche Veronica Panarello, la madre di Loris, che non è indagata. Le vetture sono partite da casa della famiglia Stival, sono andate a scuola e poi a Donna Fugata dove la donna ha detto di essersi recata il giorno della scomparsa del figlio. A confermare la presenza della donna a bordo dell’auto è stato anche il procuratore Carmelo Petralia.
16.37. Un sopralluogo della polizia sul percorso compiuto dalla mamma di Loris Stival il giorno della scomparsa del bambino è in corso con la madre del piccolo a bordo. Sono due le auto impegnate.
16.07. Due auto della polizia con a bordo una telecamera sono partite dalla casa di Loris per ricostruire il percorso fino alla scuola, seguito dalla mamma il giorno della scomparsa del bambino. Non è escluso che sulla vettura ci fosse anche la donna. Le due auto sono già arrivate davanti alla scuola ‘Falcone-Borsellino’, dove il piccolo non è mai entrato.
15.06. Agenti di polizia stanno eseguendo controlli e accertamenti anche nelle palazzine vicine alla casa dove abita la famiglia di Loris Stival, il piccolo ucciso il 29 novembre scorso a S.Croce Camerina. Un’anziana, affacciandosi da un piano rialzato, ha voluto vedere e toccare i distintivi degli agenti prima di aprire loro il portone.
15.05. “Che clima volete che ci sia? C’è un funerale in casa”. Così Salvatore Panarello, accompagnato dal padre, zio materno di Loris Stival, con i giornalisti davanti all’abitazione di sua sorella. “Non ho dichiarazioni da fare – ha aggiunto – se vorrò dire qualcosa ve lo farò sapere”.
15.02. Nelle dichiarazioni del 29 novembre scorso, messe a verbale alle 20.30 e dunque a quattro ore dal ritrovamento del cadavere del figlio, Veronica Panarello dice di aver lasciato il figlio “a circa 500 metri da scuola”. Ma in quello successivo, del 30 novembre attorno alle 17, fa mettere a verbale: “Oltrepassavo l’ingresso della scuola, svoltavo a destra per Via Di Vittorio, e mi fermavo a poche decine di metri dall’ingresso della scuola”. La seconda incongruenza riguarda la sua partecipazione al corso di cucina nella Tenuta Donnafugata. Nel primo verbale la donna racconta infatti che “dopo aver accompagnato” il figlio piccolo alla ludoteca, “sono andata al Castello di Donnafugata, dove sono rimasta fino a mezzogiorno”. Nel secondo verbale Veronica fornisce un’altra versione. “Lasciato il bambino” (il figlio più piccolo, ndr) “sono tornata a casa per sbrigare delle faccende domestiche. Alle 9.15 sono uscita di casa e sono andata al Castello di Donnafugata, dove sono rimasta fino alle 11.45”. La vicenda del sacchetto dei rifiuti che la donna avrebbe gettato, invece, viene considerata “strana” dagli investigatori perchè nel primo verbale la donna non ne fa alcuna menzione, mentre ne parla solo nel secondo. Tra l’altro il sacchetto viene gettato in un punto piuttosto vicino al luogo dove è stato trovato il corpo di Loris e in direzione opposta rispetto alla scuola.
14.53. L’Ordine dei giornalisti di Sicilia – si legge in una nota – “invita tutti i colleghi che stanno trattando la tragica vicenda che ha purtroppo visto come vittima, a Santa Croce Camerina, il piccolo Loris, a rispettare in maniera rigorosa le norme deontologiche, in particolare quelle poste a tutela dei minori indirettamente coinvolti in questa bruttissima storia”. “Pur dando atto della notevole professionalità mostrata, in generale, dai tanti giornalisti chiamati a seguire questa delicatissima vicenda”, l’Ordine rileva che “su alcuni siti internet, agenzie di stampa, emittenti televisive e quotidiani nazionali è stato diffuso, in maniera semplicemente irresponsabile, il nome di battesimo del fratellino di Loris, un bimbo di appena quattro anni, tutelato dalla Carta di Treviso e da tutti i documenti deontologici posti a garanzia dei soggetti deboli”. L’Ordine trasmetterà questi articoli ai Consigli di disciplina territorialmente competenti e invita i colleghi “al massimo rispetto delle regole della professione, evitando anche ‘assedi’ al paesino del Ragusano ed altri eccessi”. Il Consiglio invita anche l’Ordine nazionale ad attivarsi “nei confronti delle numerose trasmissioni televisive che si stanno occupando del caso su una serie di emittenti, per evitare che venga rimesso su il baraccone della tv del dolore, delle minuziose ricostruzioni in studio, dei particolari truci, dei tuttologi pronti a vivisezionare fatti di cui conoscono poco o nulla, di interviste e accesi dibattiti sul niente, che hanno il solo effetto di uccidere altre mille volte il piccolo Loris e, di conseguenza, di ferire a morte la nostra professione, già in crisi per mille altri motivi”.
14.42. Ci sono almeno tre incongruenze nei due verbali firmati finora dalla mamma di Loris, Veronica Panarello. Incongruenze che riguardano la distanza dalla scuola a cui sarebbe stato lasciato il piccolo; un sacchetto dei rifiuti, che sarebbe stato gettato nei pressi dell’abitazione e la partecipazione al corso di cucina presso la tenuta Donnafugata
14.37. “Eravamo in ritardo e c’era traffico, ho lasciato mio figlio a circa 500 metri da scuola”. E’ quanto afferma Veronica Panarello, la mamma di Loris, nel verbale del 29 novembre. Ma in quello del giorno successivo – come appreso dall’ANSA – cambia versione: “Mi sono fermata a poche decine di metri della scuola per farlo scendere”.
14.35. “Avevo notato che il bambino da una settimana era più nervoso del solito”. Lo ha messo a verbale lo scorso 30 novembre la mamma di Loris, Veronica Panarello. Il giorno precedente la donna aveva spiegato agli investigatori che “Loris non andava a scuola molto volentieri perché diceva che lo prendevano in giro”.
13.40 Una fascetta elettrica lunga e larga: sarebbe questa “l’arma” utilizzata per uccidere Loris Stival. È quanto emerge da indagini eseguite sul corpo e da successivi accertamenti investigativi. Secondo quanto si è appreso, la Procura di Ragusa ha disposto apposite ricerche durante perquisizioni e rilievi eseguiti e in corso.
13.08 Dagli esami autoptici il bambino presenta dei graffi al collo e al viso che, secondo quanto si apprende da più fonti, sarebbero stati causati dal laccio utilizzato per strangolarlo. Il bambino, al momento del ritrovamento, indossava tutti gli abiti che aveva quella mattina, compreso il grembiule di scuola, e gli unici elementi che mancavano erano gli slip e lo zaino, che non sono ancora stati trovati.
12.50 È stato ucciso per strangolamento con un laccio Loris Stival, il bambino di otto anni il cui corpo è stato trovato il 29 novembre scorso in un canalone di Santa Croce Camerina. Sarebbe questa la causa, secondo quanto si apprende, della morte del bambino per “asfissia da strangolamento” citata dalla Procura di Ragusa.
12.14 Un nuovo sopralluogo della polizia scientifica è in corso in contrada Mulino Vecchio di S.Croce Camerina, dove è stato trovato il corpo di Loris Stival, il bambino di otto anni ucciso il 29 novembre scorso. Agenti stanno eseguendo rilievi e stanno ricontrollando nuovamente il luogo dove è stato recuperato il cadavere, un canalone in cemento armato in una campagna poco frequentata
11.31 “Ma come ve lo devo dire? Io quella mattina Loris l’ho accompagnato vicino alla scuola. Era uscito di casa assieme assieme a me e al fratellino, siamo arrivati in macchina e l’ho lasciato”. Sono le parole pronunciate da Veronica Panarello, madre di Andrea Loris Stival, in un colloquio con il quotidiano ‘La Sicilia’. “Noi non ci dobbiamo difendere da niente, non abbiamo nulla da nascondere”, dice il padre di Loris, Davide. L’uomo si scaglia “contro le voci di cortile e le bugie che ci hanno feriti – afferma – e uccisi”.
10.51 Un nuovo sopralluogo nella zona di Contrada di Mulino Vecchio di dove il 29 novembre scorso è stato trovato il corpo del piccolo Loris Stival, di 8 anni, è stato compiuto questa mattina dalla Polizia di Stato. Vi ha partecipato anche Vincenzo Nicolì, direttore della II Divisione del Servizio centrale operativo della POlizia di Stato.
10.44 La polizia scientifica la notte scorsa, dopo aver perquisito l’abitazione, ha anche eseguito rilievi e accertamenti nella casa di campagna di contrada Passo di Scicli di Orazio Fidone, il cacciatore che il 29 novembre scorso ha trovato il corpo del piccolo Loris Stival. L’uomo, come atto dovuto per l’esecuzione di accertamenti irripetibili, è indagato per sequestro di persona e omicidio nel fascicolo aperto dalla procura di Ragusa
10.20 A Sky Tg24 parla Giovanna Campo, preside dell’istituto ‘Falcone-Borsellino’ di Santa Croce Camerina, la scuola del piccolo Loris: “Frequentava la scuola con assiduità – dice – e aveva fatto un numero di assenze minimo, solamente due dall’inizio dell’anno. Era un bambino normalissimo, sveglio e vivace – ha aggiunto – e perfettamente integrato con i compagni di classe”.