“Convocazione in Nazionale? Non ne sapevo nulla. Poi una sera mi chiama Imborgia alle dieci e mezza e mi dice che era tutto vero. Voleva dire che Mancini mi tiene d’occhio ma per ora non mi avrebbe convocato. Quindi la notizia era vera, ma non si sarebbe tradotta in qualcosa di concreto. Perciò Imborgia voleva dirmi: pensa a lavorare e non fare il fenomeno. Ma con non c’è pericolo: ho una grande consapevolezza di me stesso, però non faccio il fenomeno. Io non sono piemontese al cento per cento. Mia mamma è di giù, i miei nonni sono per metà di Avellino e per metà di Grottaglie, in Puglia. Papà è torinese. Sono nato col pallone tra i piedi. Non tifo per nessuno. sono maturato tanto nella testa e come giocatore soltanto negli ultimi anni. Da piccolo ero bassino e veloce, tanto che giocavo sull’esterno e non da punta centrale come adesso. Insomma, poteva starci che non rubassi l’occhio e fossi considerato uno come tanti. Sono cresciuto in altezza più avanti e tutto di un botto. Infatti, prima di prendere parecchi centimetri, sono stato fermo per un bel po’ per problemi alla schiena: solo dopo si è capito che era il segnale che stavo per esplodere in lunghezza. Mi sono alzato fino a 20 centimetri tutti insieme”. Lorenzo Lucca, attaccante del Pisa, ha rilasciato diverse dichiarazioni alle colonne di “Sportweek”. L’ex centravanti del Palermo ha parlato del suo passato e delle tante voci di mercato e non che negli utlimi giorni lo hanno visto come protagonista.
Il giovane classe 2001 ha poi spiegato: “Ibrahimovic? Per me è il più forte di sempre. Studio i suoi ‘colpi’ e cerco di imitarlo. Palermo? È diventata una parte di me e lo resterà per sempre. È una città fantastica fatta di persone che mi hanno aiutato molto a crescere. Sì. Alle persone che più mi sono vicine, compreso Antonio Imborgia, il mio procuratore, l’anno scorso a Palermo avevo detto che volevo fare tanti gol: ne ho segnati 14 in 27 partite. L’obiettivo era di superare i 15 gol, ma mi sono fatto male e dopo mi sono am- malato di Covid. Senza questi problemi, sono sicuro che ce l’avrei fatta a mani basse”.