L'Udc: "Ecco le bugie di Russo | sul piano di rientro della Sanità" - Live Sicilia

L’Udc: “Ecco le bugie di Russo | sul piano di rientro della Sanità”

Il gruppo all'Ars dell'Udc ha inviato una lettera al presidente dell'Assemblea Cascio per chiedere l'immediata convocazione dell'assessore alla Salute e del presidente della Regione Raffaele Lombardo: "Trasmessi dati falsi al Tavolo tecnico del Ministero" (nella foto Giulia Adamo).

Adamo: "False promesse e gravi omissioni"
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“L’assessore Massimo Russo ha mentito sul Piano di rientro della Sanità siciliana”. L’accusa, forte, giunge dal gruppo parlamentare dell’Udc all’Ars, che con una lettera indirizzata al presidente dell’Assemblea Francesco Cascio ha chiesto l’immediata convocazione in Aula sia dell’assessore che del presidente della Regione Raffaele Lombardo.

“Gli obiettivi prefissati dal Piano di Rientro Sanitario – ha detto infatti il capogruppo Giulia Adamo – non solo non sono stati ad oggi tutti rispettati ma il governo regionale è reo di irresponsabili (false) promesse e di gravi omissioni nella trasmissione al Tavolo tecnico del Ministero dei dati indispensabili per la verifica degli adempimenti relativi agli anni 2008, 2009 e 2010. Questo lo apprendiamo – ha aggiunto la Adamo – dagli ultimi due comunicati diramati proprio dagli uffici del Ministero della Salute. Una situazione su cui con urgenza deve riferire al parlamento siciliano il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e l’assessore alla Salute, Massimo Russo”.

Ma non solo. Secondo i centristi, dal 2008 a oggi si è assistito a una crescita della spesa sanitaria, senza ricadute positive per i cittadini siciliani. “Tra i rilievi mossi abbiamo riscontrato – ha aggiunto Giulia Adamo – carenze sulle erogazioni dei LEA (livelli essenziali di assistenza, ndr), soprattutto per quanto riguarda l’assistenza territoriale e, dal 2008 al 2011, una preoccupante lievitazione della spesa sanitaria regionale, passata da €.8.386 milioni del 2008 ad oltre €. 8.828 milioni nel 2011 (+ 442 milioni pari ad un incremento del 5,3%), senza che però sia in alcun modo visibilmente migliorata la qualità dei servizi erogati ai cittadini”.

Ma la lettera inviata dall’Udc a Cascio prende in esame altri aspetti. “Addirittura mendace appare – si legge nel documento – l’impegno da parte della Regione di mantenere anche per gli esercizi 2012 e seguenti (quindi 2013 e 2014) la sua quota di cofinanziamento alla spesa sanitaria al 49,11%, e ciò al solo fine di avere riconosciuta l’immediata erogazione del 50% delle spettanze residue di cui al D.L.185/09, pari ad €.612 milioni in modo da poter reintegrare le corrispondenti somme FAS utilizzate per il pareggio del bilancio previsionale 2011. Si noti che senza l’assicurazione da parte della Regione, e per lei dell’Assessore Massimo Russo, di mantenere anche per il 2012, 2013 e 2014 la quota di cofinanziamento al 49,11%, né il Ministero della Salute né tanto meno il MEF avrebbero mai autorizzato l’erogazione dei 612 milioni”.

E tra le pieghe dei comunicati pubblicati sul sito del Ministero della salute, ecco spuntate altri “problemi”. In un comunicato pubblicato l’11 giugno scorso, infatti, “emerge – scrivono i deputati Udc – la criticità sul mancato impegno della Regione a mantenere la sua compartecipazione alla spesa sanitaria al 49,11% anche per gli esercizi 2013 e 2014. Ancora più marcato appare inoltre il richiamo del Ministero – prosegue la lettera – alla insufficiente documentazione inoltrata dalla Regione per le verifiche sugli adempimenti per gli anni 2008, 2009 e 2010”. Rilievi che avrebbero portato il Ministero della Salute a rifiutare “alla Regione l’erogazione del restante 50% a valere sui fondi ex D.L.185/09 (gli altri €.612 milioni), memori, probabilmente, delle false assicurazioni precedentemente ricevute dall’amministrazione regionale”.

Una critica durissima, quindi, che arriva, a dire il vero, pochi giorni dopo il rendiconto annuale della Corte dei Conti che invece aveva messo in luce le buone performance del settore e i passi avanti della Sanità siciliana. Ma adesso, la “guerra di numeri” sul Piano di rientro potrebbe sbarcare all’Ars.

 


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