PALERMO– Ci sono gli amori e c’è l’amore. Gli amori possono tirarsi piatti volanti e mattoni, si riempiono di crepe, di promesse mancate. Alcuni vanno avanti per inerzia, come l’acqua che scorre senza una ragione. Altri si rompono, con l’ultimo piatto. E poi c’è l’amore che potrà, momentaneamente, ricoprirsi di polvere, ma finirà per splendere nella verità degli sguardi.
L’amore come quello di Salvo, 45 anni e Luisa, 36 anni, coppia nata tra Palermo e Bagheria. Lui educatore, con vista sulle esistenze difficili di certi ragazzi fragili; lei psicologa che cura le anime delle donne maltrattate e non solo. Hanno costruito una vita insieme, passo dopo passo, con la pazienza laboriosa delle formiche. Si sono trasferiti da sette anni a Trento. Il 16 maggio prossimo si sarebbero sposati a Palermo, tornando a casa, all’Albergheria, con la benedizione di padre Cosimo Scordato che li segue. Il Coronavirus ha imposto cautela e ritardi a tutti, anche alle comunità liete che affollano i matrimoni. Ma il ‘sì’ Salvo e Luisa se lo erano già scambiato. E ci sarà tempo per pronunciarlo in chiesa.
“Era tutto pronto – racconta lei, la dottoressa delle anime -. Il vestito era stato scelto, la cerimonia fissata. Il 16 maggio avremmo celebrato la festa del ricongiungimento con gli amici e con i parenti. Ecco, l’avevamo pensata così: un’occasione per stare insieme con coloro che amiamo e che ci amano. Un giorno da regalare a noi stessi e agli altri. Una bellezza da sottolineare. Mi viene in mente un libro di Kurt Vonnegut che mi piace molto e che mi ispira: ‘Quando siete felici fateci caso’”.
Tuttavia, quegli abbracci sono soltanto rimandati: “Viviamo il momento con estrema serenità – dice Luisa – sappiamo che ci sono cose importantissime in ballo e che tante persone combattono una lotta tremenda. Padre Cosimo è molto vicino e lo ringraziamo per il suo affetto. Ci siamo decisi per la sua parrocchia per il legame che c’è e perché è circolare, intima, come se fosse un abbraccio. Diciamo che è stata un’occasione non per ripensare alle scelte di fondo, ma per scendere un attimo dalla giostra e prendersela calma e tirare il fiato. Dobbiamo imparare meglio a trasformare gli ostacoli in occasioni”.
Ed è giusto così, perché in tutti i cammini ci sono quadri appesi al muro, da fermarsi, guardarli, per accorgersi dell’armonia, appena ieri ignota, che sprigionano. Luisa sorride al telefono, si capisce, anche se non si vede. “Abbiamo i testimoni sparsi ovunque. Uno a Londra, uno in una nave da crociera… Sarà dolcissimo ricongiungersi, quando accadrà”.
Perché accade sempre, prima o poi, specialmente dopo troppe settimane buie, di fare caso alla felicità.