Forse questa foto racconta una storia non diversa, ma collaterale. Ci dice che i nostri miti – ed è sacrosanto che sia così – erano persone in carne ed ossa, non statue. Conoscevano l’amore, il dolore e la voglia di tenerezza. Ecco due giudici, mentre abbracciano e baciano una bambina, forse una nipotina, se la memoria non inganna. Si tratta di uno scatto preso dall’archivio di Giovanni Paparcuri, stretto collaboratore di Giovanni Falcone. E ci furono, certo, il 23 maggio e il 19 luglio. Ma ci furono pure tutti gli altri: i giorni della vita, non solo della morte.
E questa foto fa davvero giustizia di troppe lacrime d’ipocrisia esibite in prima pagina durante gli anniversari. Narra la fragile eccezionalità di chi affrontò per dovere il sacrificio, il non sempre percepito calore umano che qui traspare, comunicando il massimo senso di perdita. Perché infinito è il lutto per un bacio che non sarà dato mai più.