Stamattina l’ultimo saluto di Catania all’onorevole Ferdinando Latteri, morto ieri a 66 anni dopo una lunga malattia. La città ha reso omaggio a un personaggio poliedrico, impegnato su tanti fronti, da quello politico a quello della ricerca universitaria. Proprio la sua lunga carriera accademica, iniziata nel 1975 con una cattedra presso la facoltà di Medicina etnea e culminata con il doppio mandato di rettore sino al 2006, è stata ricordata con particolare affetto dai colleghi e dalle tante generazioni di chirurghi che il professore ha formato.
E sono stati proprio gli affetti del mondo universitario ad accorrere numerosi nell’afa della Cattedrale etnea, tra lo sciamare delle tante auto blu. Diverse le presenze di primo piano della politica, in primis il presidente della Regione Raffaele Lombardo, seduto in prima fila con il rettore Antonino Recca e con il sindaco Raffaele Stancanelli. Accanto alla bara, sovrastata da una corona di fiori bianchi e rossi, spiccano i gonfaloni del Comune etneo, della Provincia e della Regione, con accanto le corone di fiori donate dal presidente della Camera Gianfranco Fini e dal gruppo dell’Mpa.
L’omelia dell’arcivescovo Salvatore Gristina ha fatto cenno alla diretta conoscenza personale di Ferdinando Latteri: “Avevo un rapporto di stima con il carissimo Ferdinando, l’ho conosciuto personalmente quando ero a Palermo e ricordo i nostri incontri con particolare piacere. Una volta a Catania questi incontri si sono intensificati e devo a Latteri come rettore la firma, avvenuta nel 2005, dell’accordo tra l’ateneo e l’Istituto teologico San Paolo”.
Monsignor Gristina ha sottolineato la capacità dell’onorevole di donarsi agli altri, affermando che “nessuno di noi vive o muore per sé stesso, ma viviamo e moriamo per il Signore e quindi per gli altri”, concludendo che “Ferdinando non ha vissuto per sé stesso ma solo per gli altri”. Al termine della cerimonia ha preso la parola il presidente Lombardo che ha ricordato il primo incontro con Latteri: “Ci siamo incontrati circa 35 anni fa e il suo lavoro di medico ha accompagnato anche la vita di tanti miei familiari. Aveva sempre la capacità di dare consigli e suggerimenti medici, unita a una grande discrezione”. “Accanto alla dimensione umana – ha proseguito Lombardo – aveva una grande capacità di leadership, sapeva mettersi in discussione: dai motori al gioco del calcio. A volte ho affrontato con leggerezza le sue riflessioni e ci sono stati momenti di dissenso, ma adesso ci resta solo gratitudine per quest’uomo”.
Ha preso il microfono il fratello dell’onorevole, Adelfio, anch’egli docente di medicina. Alla fine della funzione il corteo si è spostato nel vicino Palazzo Centrale di piazza Università, sede del rettorato. Qui il rettore Recca ha deposto sopra la bara del suo predecessore una toga e molto commosso ha salutato la famiglia Latteri. Ha poi preso la parola Francesco Basile, preside della facoltà di Medicina di Catania, che ha ripercorso la lunga carriera dell’ex rettore dal 1968 a oggi, sottolineando la “capacità di fare gruppo e di coinvolgere i giovani con una pizza, una partita di calcio o un’uscita serale”.
E questa capacità di “fare squadra” è stata ricordata da tutti. Ferdinando Latteri aveva svariate passioni: era stato un pilota di Formula 2, l’anticamera della Formula 1, era appassionato di calcio, politica e sopratutto uomo di scienza. Attraverso di esse era riuscito a conquistare un posto importante e indimenticabile nella storia cittadina.