PALERMO – Un addio straziante come non mai per una morte frutto della follia. Oggi l’ultimo saluto a Nicola Lombardo, il benzinaio di 44 anni ucciso nella stazione di servizio di piazza Lolli sabato pomeriggio. Il funerale si è tenuto nella parrocchia San Marco Evangelista di via Sacco e Vanzetti, allo Sperone. Lombardo abitava nel quartiere, dove lo conoscevano in tanti.
Ed oggi chi abita nella zona si è stretto attorno alla moglie, Provvidenza Sarullo e ai due bambini, di dieci e quattro anni, a cui il padre è stato strappato con un colpo di pistola. Un unico sparo che non gli ha lasciato scampo, che l’ha condannato a morte dopo sette ore di agonia. L’arresto di Mario Di Fiore, ex manovale di 63 anni che ha confessato l’omicidio, rende giustizia, ma non placa il dolore dei familiari, disperati dietro all’auto che ha trasportato la salma in chiesa.
In corteo, parenti ed amici hanno accompagnato il benzinaio ucciso durante il suo ultimo viaggio, scandito da lacrime e rabbia. “Una morte inaccettabile – dice un vicino di casa – possiamo considerarci tutti in pericolo. Se un uomo viene ammazzato mentre lavora, per sette euro, chiunque è a rischio”. Parole forti anche dalla moglie di Lombardo, che distrutta dal dolore chiede giustizia fino in fondo: “Lo farò per te – ha urlato davanti alla parrocchia, rivolgendosi al marito. Bastardi, bastardi, bastardi – ha ripetuto più volte Provvidenza Sarullo – ora sono tutti ai tuoi piedi, vita mia, sono tutti qua. Mio marito è stato vittima di una violenza assurda, ma nessuno si è mosso per starci vicino, nemmeno le istituzioni. Avremo modo di parlarne, questa storia è solo all’inizio”.
Quando il feretro ha lasciato la chiesa, ad accoglierlo un grande applauso. Tra la folla anche ex colleghi, Lombardo aveva lavorato per diversi anni in altri distributori di benzina, tra cui uno a piazza Sant’Erasmo. E, soltanto da pochi giorni, aveva preso servizio nella centralissima piazza Lolli, dove ha perso la vita.