L'umanità "munnizza" - Live Sicilia

L’umanità “munnizza”

Ogni volta che si parla di umanità in carcere, c’è sempre il forcaiolo di turno che mette in mezzo il caviale. Come se davvero si trattasse di forzare la sanzione con il lusso. Come se volessimo trasformare una giusta punizione in divertimento. Sono allucinazioni di persone che vivono al di fuori della realtà, che non leggono, che non sanno e che tentano – nei casi più gravi – di trovare una ricompensa nel torto altrui. Cosa c’è che dà più sollievo in una vita infelice e ingiusta se non rivalersi su coloro che stanno dietro di noi,  in fondo al barile? E’ il meccanismo osceno di un Paese che odia a morte i vinti. E’ l’ingrediente che, con la cattiva coscienza dei benpensanti, permette lo scempio delle galere siciliane e italiane.

Gli istituti penitenziari, soprattutto quelli isolani, sono un luogo di orrore senza giustizia e senza la misericordia che ne è parte. Questo chiederemmo: non benevolenza, non assenza di pena al cospetto di una colpa. Soltanto giustizia. La privazione della libertà personale è già un’ustione fortissima. Ma vale se può dare inizio all’inevitabile processo di rieducazione che è il fulcro della teoria del nostro sistema carcerario. Le nostre prigioni, invece, sono roccaforti diroccate e infami. Rappresentano la negazione dei diritti più elementari. Basterebbe rileggere le pagine chilometriche dell’ufficio del garante dei detenuti in Sicilia. Lo schifo di Piazza Lanza a Catania, le barbarie dell’Ucciardone, le condizioni inumane del penitenziario di Favignana. Lì, dove sopravvive l’umanità “munnizza” che mettiamo sotto il tappeto. E ci sono pure gli innocenti, per come va la magistratura italiana. E ci sono coloro che attendono un giudizio, stretti nella morsa della carcerazione preventiva che è uno scandalo. E certo, ci sono i mostri verso cui sfoghiamo il nostro lato mostruoso, godendo del loro dolore. Siamo poi intimamente così diversi dalle belve in gabbia, noi, i buoni?

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