L'uomo d'onore riservato: quel summit con Pippo Laudani - Live Sicilia

L’uomo d’onore riservato: quel summit con Pippo Laudani

Le rivelazioni del pentito, nel corso del processo d'appello Viceré, si collegano al verbale di una recente inchiesta.

CATANIA – Le trame della mafia sono nascoste. Molte volte sommerse. Ma da un’udienza e da una testimonianza, che per apparenza possono sembrare totalmente sganciate da un determinato intreccio, potrebbe arrivare un pezzo capace di far apparire più chiaro un mosaico in costruzione. Il pentito Giuseppe Laudani, nipote prediletto del patriarca del clan deceduto nel 2017, è teste chiave nell’appello ordinario del processo Viceré. E in un passaggio del serrato esame della pg Iole Boscarino ha parlato di summit mafiosi del 2005 con personaggi della famiglia Santapaola-Ercolano. Il nome di uno dei presenti a questi rendez-vous criminali è Francesco Napoli citato – recentemente – da un pentito come possibile nuovo componente dei vertici di Cosa nostra.

Mettiamo in fila i tasselli. Quest’anno tormentato dal Covid si è aperto con un’inchiesta che al di là della cronaca degli arresti e delle contestazioni apriva input fondamentali nell’analisi criminale degli assetti della criminalità organizzata catanese. Carmelo Aldo Navarria, ex reggente di Belpasso dei Santapaola (inseriti nei faldoni dell’indagine Overtrade), racconta i piani di riorganizzazione interna della cupola in vista di blitz e arresti. “In carcere, nel 2016, lo ho saputo da Alfio Carciotto e Marcello Magrì chi in caso di arresto dei vertici di allora del clan avrebbero dovuto assumere il comando”, annuncia.

E poi fa un elenco preciso: “Orazio Carbonaro, Mirko Casesa, Salvuccio Puglisi, Salvatore Mazzaglia e Francesco Napoli ed anche Dino Cammarata”, ha raccontato ai pm Navarria. Ad oggi restano le parole di un collaboratore e nient’altro. Servono attività di indagine e di riscontro. 

È il nome di Francesco Napoli che diventa un tassello da incastrare nella possibile trama della mafia catanese. Non è un personaggio qualsiasi quello tirato in ballo dai due pentiti, l’ex reggente di Cosa nostra Santo La Causa lo descrive come “un uomo d’onore riservato” che “viene fatto dai familiari stretti ed è noto solo a chi lo ha ritualmente affiliato che poi decide quando e se presentarlo”. Francesco Napoli ha sangue “Ferrera”:  è il nipote di Giuseppe detto ‘Cavadduzzu’. 

Giuseppe Laudani, nel corso dell’udienza a Bicocca, racconta di un incontro chiarificatore nel 2005 con Angelo Santapaola (cugino del padrino Nitto ammazzato nel 2007, ndr) in un palazzo del centro catanese, vicino alla trafficata via Umberto. “Angelo Santapaola, che non si aspettava cosa poteva succedere, praticamente barricò tutto il palazzo dei santapaoliani, sinceramente per me era solo una vergogna. Seduti a tavola, io, Giovanni Parisi, Angelo Santapaola, Francesco Napoli, Basile”, ricorda Pippo Laudani. E se in quel caso ‘l’uomo d’onore riservato’ sarebbe stato solo presente, in un altro episodio avrebbe avuto il ruolo di “risolutore” per alcune vicende legate a Caltagirone. “Ho dovuto parlare con Francesco Napoli, del gruppo Santapaola, nipote di Cavadduzzu”, spiega ancora il pentito dei Viceré della mafia. Un filo conduttore, dunque, collegherebbe gli assetti mafiosi di vertice prima dell’omicidio del cugino di Nitto a quelli dopo il blitz Kronos che ha visto l’arresto di Francesco Colluccio Santapaola. 

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