CATANIA – L’omicidio di Lorenzo Saitta, cugino dell’omonimo malvivente santapaoliano, sarebbe avvenuto in un garage di viale Moncada. Andrea Nizza gli avrebbe teso una trappola e poi lo avrebbe colpito con una fucilata. Angelo Bombace racconta davanti alla Corte d’Appello d’Assise di Catania quanto – a suo dire – gli avrebbe confidato Eros Condorelli. Il collaboratore di giustizia è stato esaminato dal Pg Angelo Busacca nel corso del processo che vede alla sbarra il narcotrafficante Andrea Nizza e alcuni suoi fiancheggiatori (Martino Cristaudo, Agatino Cristaudo, Eros Condorelli e Giovanni Privitera) accusati dell’assassinio di Lorenzo Saitta commesso nel 2006 e inoltre dell’occultamento del cadavere di Giuseppe Rizzotto, presunta vittima di lupara bianca nel 2011.
Angelo Bombace – sollecitato dal pg Busacca – non conoscerebbe i motivi del delitto, avrebbe sentito dire che l’ordine era partito da Daniele Nizza, uomo d’onore al 41 bis e fratello dell’imputato chiave. L’avvocato Francesco Strano Tagliareni, uno dei difensori di Andrea Nizza insieme all’avvocato Salvo Pace, nel corso del controesame chiede a Bombace di localizzare meglio il garage, presunto teatro dell’omicidio. L’indecisione è tra il civico 6 e 10 del viale Moncada. Per Bombace il garage di Andrea è sempre stato quello del civico 6, quindi ha dedotto che fosse quello. Al termine dell’esame dell’ex soldato di Librino il difensore di Eros Condorelli, anche lui imputato nel processo, ha chiesto di poter sentire il suo assistito in merito a quanto affermato da Bombace. La Corte ha accolto la richiesta e così è stato ascoltato Condorelli che ha negato di aver mai parlato con il collaboratore di giustizia dell’omicidio di Lorenzo Saitta. I difensori hanno chiesto prima del termine dell’udienza di portare un consulente nei luoghi indicati dal collaboratore come teatro del delitto. La richiesta, a cui si è opposto il Pg Angelo Busacca, è stata rigettata dal collegio giudicante. Il processo è stato rinviato al 10 luglio per la requisitoria della Procura Generale e delle parti civili. Nel processo di primo grado Andrea Nizza fu condannato dal Gup a 30 anni di reclusione, mentre agli altri imputati furono inflitte pene dai sei a tre anni.
I DUE OMICIDI. L’omicidio di Lorenzo Saitta per gli investigatori sarebbe un vero e proprio caso di lupara bianca. L’omicidio sarebbe servito per “dare un segnale” alla vittima (cugino dell’omonimo Lorenzo Saitta, detto U Scheletro), il quale si sarebbe permesso di far sapere dal carcere che, una volta fuori, avrebbe “fatto la cinquina”, lasciando intendere che avrebbe ucciso i cinque (dei sei) fratelli Nizza, tutti dediti al narcotraffico. La mano assassina sarebbe quella di Andrea Nizza, accusato dal fratello – diventato collaboratore di giustizia – Fabrizio. Giuseppe Antonino Rizzotto, capo storico del Villaggio Sant’Agata, sarebbe stato freddato invece durante un incontro organizzato da Fabrizio Nizza. I fratelli Agatino e Salvatore Cristaudo, insieme a Giovanni Privitera, si sarebbero occupati – su ordine dell’ex uomo d’onore dei Santapaola – di far sparire il corpo.