Il Pd ha deciso. Il gruppo parlamentare all’Ars presenterà una mozione di sfiducia al governo Lombardo. La decisione è stata presa dalla direzione regionale del partito, dopo l’approvazione del documento finale presentato dal segretario regionale Lupo. Insomma, adesso la rottura da Lombardo avrà anche i crismi dell’ufficialità. Il nodo, però, è rappresentato dai tempi.
“Noi la presenteremo, e speriamo che ottenga degli effetti concreti in tempi brevi. Certamente, la mozione deve prima essere preparata, poi faremo un giro di consultazioni con i gruppi parlamentari per capire chi è disposto a votarla. Noi speriamo che tutto si possa concretizzare anche nelle prossime settimane. Ma spetterà anche al presidente dell’Ars“. Così il segretario regionale Giuseppe Lupo risponde a caldo dopo aver incassato il voto favorevole alla sua relazione.
“Noi abbiamo definito la gestione attuale della giunta Lombardo come un comitato elettorale – continua – oggi è stata fatta una scelta di chiarezza. Credo che ci siano tutte le condizioni per approvare la mozione. C’è un malcontento evidente contro il governo Lombardo. Il primo marzo scorso le forze produttive e sociali hanno protestato contro il governo. Quella è stata una delle ragioni di fondo della nostra decisione. Le loro richieste sono fondatissime e partiremo da quelle”.
Il ddl blocca-nomine? “Siamo pronti a votare il testo presentato dall’Udc, un partito importante per noi, come sottolineato anche dalla direzione nazionale del Pd. Insieme ai partiti del centrosinistra valuteremo” dice Lupo.
“Anche la situazione giudiziaria del governatore ha il suo peso politico – prosegue – e del resto ormai si assiste a una fuga dall’Mpa di persone che hanno anche una storia di centrosinistra. Penso a Carmelo Lo Monte. Il Nuovo polo decisivo? Lombardo dice che in tanti busseranno alla loro porta? Io penso solo che nessuno busserà , visto che per uscire, come sta succedendo, non c’è bisogno di bussare”. Crocetta? “Autorevole rappresentante del Pd e anche oggi ha fornito un contributo positivo. Spero possa offrire un contributo importante. Candidato? Al momento atteniamoci a quanto deciso oggi. Al momento le priorità sono altre, non è il momento di parlare di candidature. Prima c’è da costruire un programma. Le primarie? Sono nel nostro dna” conclude il segretario.
AGGIORNAMENTI DALLA DIREZIONE DEL PD
15.35 La direzione regionale del Pd ha approvato la relazione del segretario Lupo che impegna il gruppo all’Ars a presentare la mozione di sfiducia al governatore siciliano. Tre i voti contrari. Un astenuto.
13.35 Il segno dell’unità nel Pd è nelle parole dell’ex segretario Francantonio Genovese, big dell’area “Innovazioni”: “Sono d’accordo con ogni parola della relazione di Lupo”. Una relazione che verrà votata alle 15.30 e che dovrebbe ricevere un ampio consenso. Gli elementi principali del testo sono: presentazione della mozione di sfiducia, unità del centrosinistra e apertura ai moderati, in particolare all’Udc.
13.25 “L’esperienza Lombardo è finita. Il governatore oggi è come una mummia. E la sicilia è paralizzata”. Lo ha dichiarato l’europarlamentare Rosario Crocetta, che ha aggiunto: “La priorità oggi, però, rispetto alla sfiducia, è la presentazione di una norma che blocchi le nomine. Un governo retto da un presidente dimissionario, infatti, dovrebbe limitarsi all’ordinaria amministrazione, e invece… Insomma, – ha concluso Crocetta – sbrighiamoci a portare in aula il ddl blocca nomine, se ciò non fosse possibile, avanziamo subito la sfiducia”.
12.40 Anche Lupo conferma:”Il Pd deve muoversi, dobbiamo accelerare verso la mozione di sfiducia muovendoci in sintonia con l’Udc, ma partendo da un progetto che vede come priorità l’unità del centro sinistra”. Sono alcune delle parole pronunciate dal segretari regionale nel corso del suo intervento alla direzione del Pd.
12.15 “Solo la mozione di sfiducia può segnare una chiara e netta discontinuità col passato”. Così Tonino Russo, deputato Pd, prima dell’inizio della direzione. “L’Udc ha detto che non presenterà una sua mozione? Poco importa. Non conta chi la presenta per primo, conta mettere fine a questa legislatura. Non c’è più tempo da perdere, bisogna finalmente aprire una nuova fase”.
12.05 “La mozione? Dobbiamo presentarla subito. Che dobbiamo aspettare, Natale?”. Queste le parole di Mirello Crisafulli prima di entrare in direzione. “La mozione è un atto dovuto nei confronti del deterioramento del governo. Prima leviamo Lombardo da lì, meglio è. Fli ha detto che non dialogherà con chi presenta una mozione? Sono commosso…”.
12.00 “In direzione regionale verrà presentato un documento col quale il partito si impegnerà ad accelerare la mozione di sfiducia a Lombardo”. Lo ha dichiarato il presidente della commissione regionale Antimafia, Lillo Speziale, prima di entrare al vertice. “Il Pd – ha aggiunto – presenterà anche un disegno di legge per bloccare le nomine di Lombardo che hanno sapore di campagna elettorale”.
La riunione è di quelle importanti. Ma non ci sarà uno dei protagonisti principali. Il capogruppo del Pd Antonello Cracolici, infatti, a causa di impegni personali non andrà alla direzione regionale del partito. Una direzione che dovrà sciogliere nodi fondamentali, decisivi per il presente e per il passato. E alla fine, sembra che le diverse anime del partito, domani possano trovarsi all’improvviso un po’ più vicine.
Ovviamente i temi della discussione saranno essenzialmente due: i rapporti con l’attuale governo dal quale il Pd ha annunciato il proprio distacco, e le alleanze in vista delle Regionali.
La prima questione riguarda anche la scelta di presentare una “propria” mozione di sfiducia al governatore. Ma già nella riunione del gruppo parlamentare di mercoledì, si è avuta un’indicazione credibile e s’è in qualche modo prodotto, in scala, il teatro che domani coinvolgerà circa 80 dirigenti del partito. La mozione di sfiducia, infatti, potrebbe essere vista come una “soluzione-paracadute”. Insomma, l’idea è quella di lavorarci, per poi presentarla solo in caso di mancate dimissioni di Lombardo. Solo nel caso, insomma, di “tradimento” del governatore.
Ma gli umori, in questo senso, sono differenti e rispecchiano le diverse anime del partito. Anime spesso sofferte, tormentate, in dissenso. I più convinti promotori della mozione di sfiducia sono i deputati dell’area “Mattarella-Crisafulli”. Per loro, non c’è più tempo da perdere. Bisogna staccare subito la spina e andare al voto prima possibile. Una posizione che ha ottenuto un consenso anche da deputati in qualche modo collocabili in altre correnti. Come Davide Faraone, recentemente avvicinatosi all’area “Innovazione”, ma disposto addirittura alle dimissioni, pur di chiudere l’esperienza di questa legislatura.
Anche Pino Apprendi e Roberto Ammatuna si dicono pronti a votare la mozione subito, così come il primo, vero candidato alla poltrona di Palazzo d’Orleans, tra le fila del Pd, Rosario Crocetta: “Il Pd non vuole presentare subito la mozione? – ha detto – Commette un grosso errore. Presentare e votare la sfiducia trasmetterebbe ai nostri elettori, finalmente, un messaggio di chiarezza. Certificherebbe il nostro distacco da Lombardo”. Una presa di posizione importante anche perché l’europarlamentare è sempre stato considerato vicino al senatore Lumia.
A dire il vero, anche in quell’area, la più vicina a Lombardo nei mesi scorsi, il dissenso nei confronti del governatore adesso è palese. Anche Antonello Cracolici, infatti, ha descritto come “deludente” l’ultima fase del governo Lombardo. E ha parlato della necessità di chiudere con quell’esperienza, puntando il dito contro “la mancanza di sobrietà del presidente” intento a portare avanti una serie di nomine “pre-elettorali”.
E domani il Pd dovrà fare i conti anche con le posizioni portate avanti da molti giovani militanti, che stanno chiedendo a gran voce il rinnovamento del partito.
A “tessere” la tela, così come ammesso scherzosamente dallo stesso senatore Nino Papania in occasione dell’ultima assemblea del partito, ecco l’area degli Innovatori, che invece punta a non disperdere il possibile patrimonio di voti che potrebbero portare in dote gli autonomisti del “dopo Lombardo”. Ma una mozione di sfiducia, ovviamente, non otterrebbe altro effetto che tagliare i ponti nei confronti di quegli esponenti dell’Mpa e del “Nuovo polo per la Sicilia” che, secondo Lombardo, oggi conta oltre il 20% e sarà decisivo per la vittoria di qualsiasi coalizione che si presenterà alle prossime Regionali. Un’idea condivisa dagli stessi Papania, Cardinale e company.
In mezzo, ecco il segretario regionale Giuseppe Lupo, che ha rivendicato, in occasione dell’assemblea, il proprio ruolo di “mediatore” interpretato nei mesi scorsi. Un impegno teso all’unità del partito. E che potrebbe, oggi, tradursi in un’apertura all’idea emersa dal gruppo parlamentare: temporeggiare, al momento. Non creare strappi traumatici alla legislatura. Magari giustificando il fatto con la necessità di concentrarsi sulle “vere emergenze” della Sicilia, sulla volontà di verificare “provvedimento per provvedimento” le azioni del governo. E sulla lentezza con la quale procede l’iter del ddl “omnibus” che dovrebbe in qualche modo far quadrare i conti alla Regione e ridare fiato ad alcune categorie produttive.
Insomma, al di là delle divisioni, domani il Pd potrebbe trovarsi sull’ennesimo “lodo”. Mozione sì, ma non adesso. Anche perché la necessità di provare, con la sfiducia, la volontà di stringere l’alleanza con l’Udc oggi forse non è più così forte. Lo stesso D’Alia, infatti, ha annunciato che il suo partito non presenterà una mozione propria (ma si è detto pronto a votare quella degli ‘altri’). D’altra parte anche Fli, oggi, ha precisato, tramite il coordinatore regionale Briguglio, l’indisponibilità a futuri accordi con “le forze politiche che dovessero firmare e votare una mozione di sfiducia contro gli assessori di Fli”. Un invito lanciato un po’ a tutti, forse, dai “nuovi moderati” di Leontini e Maira allo stesso Pd.
Intanto il “patto” tra democratici e moderati è stato battezzato anche da Bersani ieri in direzione nazionale. Un posizione che ha convinto Cracolici: “Il partito – ha fatto sapere tramite Twitter – si è subito unanimemente ritrovato sulla posizione di Bersani: un patto di legislatura tra Pd e moderati”. Una formula da proporre a livello nazionale, ma prima ancora qui in Sicilia. Oggi, però, Cracolici in direzione non ci sarà. Ma probabilmente, l’accordo tra le diverse anime del Pd è molto più vicino di quanto sembri.