L'Urbanistica contro Zamparini: | "Ritardi sulle opere promesse" - Live Sicilia

L’Urbanistica contro Zamparini: | “Ritardi sulle opere promesse”

Un attacco duro, nei toni e nei contenuti, che ha un unico destinatario: il centro “Conca d’Oro” di Maurizio Zamparini. A sferrarlo la commissione Urbanistica del Comune presieduta da Alberto Mangano.

Centro Conca d'oro
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Pierpaolo La Commare

PALERMO – Un attacco duro, nei toni e nei contenuti, che ha un unico destinatario: il centro “Conca d’Oro” di Maurizio Zamparini. O, per meglio dire, le società che lo hanno gestito nella fase di costruzione, e soprattutto gli iter che hanno portato alla sua apertura e la mancata consegna del centro di municipalità così come delle altre opere promesse. A sferrarlo la commissione Urbanistica del comune di Palermo che, in conferenza stampa, ha puntato il dito contro alcune “anomalie” chiedendo all’amministrazione Orlando di porvi rimedio e alla Regione di prevedere controlli più severi anche dopo i via libera ai nuovi centri commerciali. “Noi siamo un organo politico di controllo e proposizione – ha precisato il presidente della commissione, Alberto Mangano – e non sappiamo se la via giusta per risolvere le questioni sia quella giudiziaria o quella del dialogo. L’imprenditore deve fare impresa, è un suo diritto, ma legittimamente, e deve essere solerte e attento nel rispettare la convenzione”.

Ma facciamo un passo indietro. Il centro commerciale apre i battenti circa un anno e mezzo fa in un’area dello Zen destinata dal Piano regolatore generale a verde storico e a sede di un centro municipale, ovvero della sede della municipalità con annessi servizi, e proprio questo diventa lo strumento per la nascita del Conca d’Oro visto che l’azienda proponente, l’immobiliare Monte Mare del gruppo Zamparini, si impegna in cambio di una variante urbanistica a costruire due edifici, uno per uffici e un altro perché diventi sede di una scuola. E l’immobiliare, per ottenere alcuni terreni di proprietà di varie opere pie, si impegna anche alla realizzazione di un centro per ipovedenti, di una casa di riposo e di impianti sportivi. Opere che sarebbero dovute essere consegnate ma che, secondo quanto dice la commissione, sarebbero ancora al palo.

Ad attirare l’attenzione della commissione è un’interrogazione dei consiglieri Pierpaolo La Commare e Tony Sala (vice capigruppo del Mov139, con il primo componente della Sesta commissione) con la quale i due chiedono all’amministrazione se il conto economico semplificato contenuto nello studio di fattibilità (ovvero uno studio obbligatorio per legge che valuta una serie di parametri per capire se quel centro commerciale abbia le carte in regola per funzionare) dai tre nuovi centri (Conca d’Oro, Forum e La Torre) fosse stato rispettato. “Se per il Forum e il centro La Torre la differenza è minima – spiega La Commare – per il Conca d’Oro invece è enorme”. Per esempio, lo studio di fattibilità del centro di Zamparini prevede che il gruppo chieda ai singoli negozianti un affitto di 80 euro a metro quadrato, che invece, secondo la commissione, arriverebbe a 650 euro. “La legge non obbliga a rispettare precisamente il parametro – dice Giulio Tantillo – ma certamente c’è una differenza troppo grande, paradossale: se il consiglio comunale dell’epoca avesse saputo che gli affitti sarebbero stati così esosi, avrebbe potuto anche decidere di non concedere le autorizzazioni”. Lo studio, nel calcolare l’affitto, contempla anche un minimo garantito, ovvero il 7 per cento del presunto fatturato, che ammonta a 24.500 euro e che invece, secondo la commissione, sarebbe in realtà di 65mila, quasi il 20 per cento dell’incasso previsto. “Numeri – continua La Commare – che gli uffici chiamati a istruire la pratica, come si legge nel verbale della conferenza di servizi (composta da Comune, Provincia, Regione e Camera di Commercio, ndr), affermano di non essere in grado di verificare”.

La seconda questione riguarda invece le procedure di autorizzazione. “Per Forum e La Torre – aggiunge La Commare – nel caso di un sub-ingresso di un nuovo soggetto per la gestione dei centri, il Comune aveva preteso la cessione del ramo d’azienda. Ma nel caso del Conca d’Oro il passaggio avviene tra la Monte Mare e l’immobiliare Malù, sempre del gruppo Zamparini, con uguale amministratore, circostanza che induce le due aziende a ritenere che non vi fosse bisogno di ulteriori passaggi. Ma si tratta di soggetti giuridici diversi: come si sono potute ‘volturare’ le autorizzazioni e come è stato possibile cambiare il soggetto che doveva firmare la convenzione approvata da Sala delle Lapidi? Inoltre la Monte Mare era una spa con capitale sociale di 312mila euro, contro i 20mila della Malù che era una srl solo dopo trasformata in spa. Perché le autorizzazioni del Conda d’Oro hanno seguito iter diversi rispetto a quelle degli altri centri?”. Ma a finire sotto la lente di ingrandimento della commissione è anche la celerità degli iter presso gli uffici comunali: “Noi convocheremo gli uffici per chiedergliene conto”, assicura Mangano.

Infine ultima questione quella della convenzione sottoscritta tra Comune e azienda che sarebbe diversa da quella votata in consiglio, che prevedeva invece l’impegno a pagare una retta per 50 bambini dello Zen e la messa a disposizione dell’impianto sportivo per due giorni la settimana alle scuole. “Avevamo votato anche alcuni emendamenti – dice Rosario Filoramo – che prevedevano la difesa delle colture e il re-impiego di 30 contadini che coltivavano i terreni delle opere pie, poi andati a Zamparini in cambio di strutture mai consegnate. Inoltre corre voce che lì, proprio dove dovrebbe aprire il centro di municipalità, si voglia aprire un negozio Decathlon costruendo la struttura pubblica allo Zen e facendo così venire meno la ragion d’essere dell’intero centro commerciale. Non ho mai condiviso tale progetto, che ha cementifcato ettari di verde storico e verde pubblico, consentendo la realizzazione di un centro commerciale compensato dallo scarno vantaggio di ottenere la realizzazione del centro di municipalità. La storia ci consegna un centro commerciale che ha contribuito alla chiusura di tanti piccoli esercizi, mentre del centro di municipalità e dei servizi pubblici quali la piscina , di un ampio giardino pubblico attorno Villa Raffo, di una zona verde adibita ad attività sportiva, di un centro per pluriminorati e di un centro di assistenza per anziani ancora nessuna traccia”. “Le procedure di consegna sono iniziate il 23 luglio scorso – aggiunge La Commare – a diciassette mesi dall’apertura del centro e solo dopo nostra interrogazione. Ma qui è necessario che anche la Regione avvii una seria riflessione sui controlli da fare ex post, ben dopo il rilascio delle autorizzazioni”. “A tutti interessa capire cosa è successo – dice Tantillo, che all’epoca faceva parte della maggioranza che votò la convenzione – noi immaginavamo che la consegna del tutto fosse contestuale all’apertura del centro”. “Le inadempienze – conclude Mangano – costituiscono la misura di un rapporto tra politica e imprenditoria troppo sbilanciato a favore di quest’ultima non tenendo nel debito conto l’interesse generale rappresentato dal ruolo dell’Amministrazione comunale”.

“In questo anno e mezzo abbiamo sollecitato la consegna dei beni – dice l’assessore Marco Di Marco – e solamente qualche mese fa è stata inviata la documentazione al Patrimonio. La scorsa settimana abbiamo chiesto agli uffici di convocare un incontro ad hoc. Ma la convenzione non riporta una data entro cui effettuare la consegna, qui è il problema: parliamo di parcheggi, uffici e infrastrutture che poi vanno anche verificati tecnicamente”. Una decina di commercianti ha anche fatto causa al centro per dichiarare nulli gli affitti di ramo d’azienda: “Il canone previsto in seno al contratto – spiega l’avvocato Giuseppe Andò – è superiore di almeno il 300 per cento rispetto a quello dichiarato nello studio di impatto depositato in conferenza di servizi e i miei clienti ne sono venuti a conoscenza solo successivamente. Al momento dei contratti il centro non esisteva ancora”.

La nostra redazione ha provato a contattare Maurizio Zamparini per una replica ma l’imprenditore ha preferito non tornare sull’argomento, dopo che nei giorni scorsi aveva dichiarato alla stampa locale che la consegna era imminente e che il ritardo non era imputabile a mancanze delle sue società.


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