Ma siamo davvero assicurati? - Live Sicilia

Ma siamo davvero assicurati?

La lettera. Un avvocato scrive a Livesicilia per porre un problema. Ma davvero chi paga le assicurazioni è assicurato?

Pagare il premio auto per non essere assicurati sul serio. Questo in sintesi è il rischio di ogni cittadino nei confronti dell’assicurazione obbligatoria della R.C. auto. Questo soprattutto dal dicembre 2013, in virtù un decreto legge dal Governo Italiano che, apparentemente, si dichiara a favore del cittadino, ma favoriva le compagnie di assicurazione. L’articolo incriminato è stato stralciato, dunque non conta per la concretezza. Ma conta il pericolo che possa essere presentato ancora, magari nel corso di un’altra vigilia di festa. Ecco cosa prevedeva, per saperne parlare e saper riconoscere l’inghippo.

Con la vecchia legge un sinistro automobilistico si prescrive in due anni, secondo la riforma doveva essere prescritto in tre mesi. In altri termini se una persona che subisce un danno causato dalla circolazione stradale non mette in mora, cioè con una lettera raccomandata. l’assicurazione, inviando copia della denuncia di sinistro, dopo tre mesi perde ogni diritto di risarcimento. E se nella denuncia presentata all’assicurazione non indica il nome di due testimoni presenti al fatto, perde ogni diritto. Ciò vale – secondo un disegno che non esiterei a definire ‘diabolico’ – anche se il sinistro si verifica sia in città o anche in una autostrada o strada statale dove trovare i testi è sempre più difficile.

L’intento apparente è appunto quello di aiutare il cittadino ad avere nella stipula del contratto una riduzione del premio, ma il danneggiato non percepirà l’indennizzo. Immaginiamo un caso di danno a persona ove il malcapitato per le sue condizioni fisiche non è in grado di provvedere a fornirsi di due testimoni, resterà senza risarcimento dei propri danni. Una persona che rimane ferita e che possibilmente perde conoscenza o perde i sensi, come farà a fornirsi di due testimoni?  Questo e altro di discutibile e gravissimo c’era nella riforma che non è fortunatamente passata. L’auspicio è che il buonsenso prevalga e che nuove ipotesi di cambiamento tutelino davvero chi paga cifre non leggere per sentirsi ogni giorno al sicuro.

Filippo Di Pasquale, avvocato


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