Le cosche e il business dei rifiuti | Tre arresti, indagato un giudice - Live Sicilia

Le cosche e il business dei rifiuti | Tre arresti, indagato un giudice

Da sinistra Antonino Lupo, Cesare Lupo e Salvatore Gambino

La lente della Finanza su Brancaccio e Borgo Vecchio. Si indaga su un vice procuratore onorario

PALERMO –  I soldi della mafia investiti nel settore della raccolta e dello smaltimento di rifiuti, ma anche in macellerie, pollerie e macchinette per la distribuzione di bevande. Il tutto attraverso una serie di imprese intestate a prestanome. In carcere finiscono i fratelli Cesare e Antonino Lupo di Brancaccio e Salvatore Gambino del Borgo Vecchio.

Gli arresti sono stati eseguiti dagli uomini del Nucleo di polizia valutaria della guardia di finanza di Palermo. Le accuse nei loro confronti contestate dal gip di Caltanisetta su richiesta dalla Dda sono, a vario titolo, impiego di denaro, beni e utilità di provenienza illecita e di trasferimento fraudolento di valori con l’aggravante di aver commesso tali fatti al fine di agevolare l’attività di Cosa Nostra.

La nuova ordinanza di custodia cautelare colpisce i Lupo già detenuti. Cesare sta scontando a L’Aquila una condanna definitiva a 28 anni. Faceva parte assieme ad Antonino Sacco e Giuseppe Faraone del triumvirato alle dipendenze del capo mandamento Giuseppe Arduino, l’uomo incaricato di gestire il patrimonio dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano.

Antonino Lupo, detenuto a Palermo, lo scorso luglio è stato condannato in primo grado a 12 anni con il rito abbreviato che gli ha dato diritto allo sconto di un terzo della pena. “Il signore voleva quella ottima”, registrarono le microspie dei finanzieri della Polizia tributaria. A Palermo doveva arrivare solo cocaina di qualità. Dentro un container c’erano 110 chili di polvere bianca che, piazzati sul mercato, avrebbero fruttato quasi cinque milioni di euro. Antonino Lupo sarebbe stato il regista dell’operazione non andata in porto per un clamoroso errore nell’indicazione della città di arrivo della droga.

Il fascicolo è passato da Palermo a Caltanissetta per il coinvolgimento di un vice procuratore onorario, Tommaso Scanio, che è indagato ma è destinatario di misure cautelari. Ai tre, appartenenti alle famiglie mafiose di Brancaccio e Borgo Vecchio, i finanzieri sono arrivati al termine di lunghe indagini con intercettazioni ambientali e telefoniche e accertamenti finanziari e patrimoniali. Fondamentali anche il contributo dei collaboratori di giustizia e, soprattutto, l’approfondimento di segnalazioni di operazioni sospette riguardanti specifiche anomalie finanziarie.

 


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