Mafia a Catania, 150 mila euro e l'idea di uccidere il boss

Catania, 150 mila euro e l’idea di uccidere il boss dei Santapaola

Nel racconto del collaboratore di giustizia, il progetto di sparare a Ciccio Napoli

CATANIA – Volevano uccidere il reggente del clan Santapaola Ciccio Napoli, che cercava di intromettersi nella gestione di due piazze di spaccio e si opponeva alla rimozione di un boss a lui favorevole. Dalle carte del blitz Naumachia, che ha portato in carcere 38 persone e decapitato la struttura del clan Nizza, si può leggere il racconto del progetto di un omicidio al vertice della mafia catanese e della spregiudicatezza di chi lo aveva concepito.

Il progetto di omicidio è di Salvatore Scavone, che nei primi mesi del 2021 era alla guida del clan Nizza, in una sorta di co-reggenza con Silvio Corra. Insieme a Scavone si muoveva Natalino Nizza, figlio di quel Giovanni che dal carcere, e con l’aiuto della moglie Maria Rosaria Nicolosi, gestiva gli affari del clan Nizza, affiliato ai Santapaola – Ercolano, di cui Napoli nello stesso periodo è il reggente.

La gestione di Corra e la piazza di spaccio

Il racconto è affidato nelle carte allo stesso Salvatore Scavone, diventato collaboratore di giustizia nel 2022. Scavone dice che nei primi mesi del 2021 aveva deciso di “mettere da parte” Silvio Corra perché pensava che fosse manovrato dallo stesso Napoli. Come si legge nelle carte dell’inchiesta, per Scavone Corra “aveva un comportamento troppo servile con lui e faceva tutto quello che voleva”.

I problemi però riguardano anche cose più connesse con gli affari, come la gestione delle piazze di spaccio. In quel periodo il gruppo dei Nizza è in tensione con il gruppo di Lorenzo Saitta, detto “scheletro”, e di Tony Trentuno, proprio per la gestione di una piazza di spaccio e degli affari di droga.

Con Trentuno Scavone racconta di avere avuto, dalla sua scarcerazione nel 2020, buoni rapporti: compra uno o due chili per volta di cocaina a un ottimo prezzo, 34 mila euro al chilo invece delle canoniche 36-38 mila di quell’epoca, e paga alla consegna solo la prima volta per poi iniziare a lavorare a credito.

Racconta Scavone però che poi iniziarono i problemi, alimentati da Napoli si mette a fare il doppio gioco. Secondo Scavone, Napoli voleva che il gruppo dei Nizza e quello di Trentuno litigassero e si annullassero a vicenda, per poi prendersi gli affari di droga di entrambi.

La riunione e la protezione

Scavone capisce di questo doppio gioco quando Napoli gli dice che lo “scheletro” Saitta gli ha offerto 150 mila euro per prendersi una piazza di spaccio gestita in quel periodo dai Nizza. L’offerta doveva essere per la protezione dei Santapaola, dunque per non intromettersi nel cambio di mano della piazza di spaccio.

Durante un incontro con Tony Trentuno, a cui è presente anche Natalino Nizza, Scavone dice al gruppo rivale che se lo “scheletro” vuole la piazza di spaccio allora può chiedergliela direttamente, senza passare da Napoli. Il quale comunque, sottolinea Scavone, non ha il diritto né la forza per proteggere passaggi di mano di questo tipo.

Gli equilibri nel clan

A questo punto Scavone e Natalino Nizza pensano sul serio di uccidere Napoli. Non hanno timore di reazioni da parte degli altri gruppi del clan Santapaola, perché sanno, dice Scavone, che nessuno ha la forza militare per mettersi contro i Nizza e soprattutto perché gli altri gruppi non erano contenti di Napoli e di sicuro non avrebbero fatto una guerra sacrificando gli affari.

Per i Nizza, racconta ancora Scavone ai magistrati dopo avere iniziato a collaborare con la giustizia, uccidere Napoli significava anche dare una dimostrazione di forza all’interno del clan Santapaola, soprattutto contro Mario Ercolano che aveva designato Ciccio Napoli come reggente.

Il progetto di omicidio

Scavone e Natalino Nizza sono pronti per uccidere. Vogliono sorprendere Ciccio Napoli in un’enoteca gestita da sua figlia, è il 10 febbraio 2021, da un mese Scavone si informa dei suoi movimenti. I due killer hanno due pistole calibro 7,65, abiti da donna e maschere di silicone, Scavone l’ha poi usata il capodanno successivo, in cui era latitante e voleva raggiungere la figlia. Nizza ha procurato un motorino rubato da usare per l’uccisione.

Il piano è sparare a Napoli, raggiungere una via intorno a Castello Ursino non coperta da telecamere e bruciare abiti e motorino e poi nascondersi in casa di Natalino Nizza. Lo stesso giorno, però, muore il padre di Scavone. Il piano si ferma.

L’omicidio Timonieri

Nei giorni successivi, quando sarebbe stato possibile riprendere in mano l’idea di uccidere Napoli, viene ucciso Vincenzo Timonieri. A sparare e nascondere il corpo sono i fratelli Michael e Ninni Sanfilippo, transitati dai Cursoti milanesi ai Nizza dopo la sparatoria di Librino dell’8 agosto 2020. Il mandante, condannato anche grazie ai racconti dei fratelli Sanfilippo diventanti collaboratori, è stato identificato in Natalino Nizza insieme a Salvatore Sam Privitera.

Scavone, nei giorni successivi all’omicidio Timonieri, capisce che per quell’omicidio l’attenzione delle forze dell’ordine si concentra su Natalino Nizza, e dunque i riflettori degli investigatori saranno puntati anche su di lui. Per questo rinuncia all’idea di uccidere Ciccio Napoli.


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