CATANIA. Un casolare abbandonato vicino a una scuola era il nascondiglio perfetto per un arsenale. La riserva di fuoco è quella del gruppo dei Nizza, braccio militare del clan Santapaola-Ercolano. Ma i carabinieri del Nucleo Investigativo di Catania lo hanno localizzato a San Cristoforo grazie a precisi input. Le armi, alcune micidiali, sono state sequestrate. E inoltre i militari hanno arrestato due persone, una delle quali organico alla famiglia mafiosa (e destinatario di un ordine di carcerazione dal dicembre 2021) e un’altra trovata in possesso di 400 grammi di cocaina in pietra.
All’interno di diversi borsoni c’erano 9 tra pistole e armi lunghe, alcune delle quali da guerra (2 fucili mitragliatori AK 47 Kalashnikov di fabbricazione sovietica), efficienti ed in ottimo stato di conservazione, oltre a circa 900 munizioni di vario calibro. I carabinieri hanno anche trovato un fucile lanciagranate con 6 granate modificate, 12 ordigni esplosivi artigianali del tipo “pipe bomb” e “flash bang”, “dall’elevato potere dirompente ed effetto scheggiante”, scrivono i carabinieri in una nota.
La storia ci riporta al 2014, quando grazie alle parole del pentito Davide Seminara (autista del boss Andrea Nizza), fu trovato in un vano ascensore a Librino un maxi arsenale da guerra. La riserva di fuoco del clan. Fu il primo passo della caduta dell’impero criminale di Andrea Nizza, amplificata dalla scelta del fratello e uomo d’onore Fabrizio Nizza di diventare un pentito. Da latitante arrivarono condanne su condanne per Andrea Nizza. Poi i carabinieri lo catturano in una villetta a Viagrande nel gennaio 2017.
Il gruppo mafioso, monopolista dello spaccio e del traffico di droga, ha cercato di risollevare le sorti mettendo ai vertici altri personaggi. Ma molti reggenti ultimamente hanno deciso di voltare le spalle alla criminalità organizzata e di diventare collaboratori di giustizia: nel 2020 è stato Silvio Corra, genero di Angelo Santapaola, e ultimamente – come ha svelato LiveSicilia – è stato Salvatore Scavone, pop corn.