PALERMO – Era rimasto l’unico imputato di un’inchiesta archiviata. Giuseppe Cimò, ex presidente del consiglio comunale di Misilmeri, è stato assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Il Tribunale di Termini Imerese ha accolto la testi difensiva degli avvocati Antonio Di Lorenzo e Filippo Liberto.
La mafia condizionava, così si disse, la vita amministrativa nel comune in provincia di Palermo. “Una gestione della cosa pubblica in talune occasioni francamente illecita ma senza che emergessero delitti collegati al sodalizio mafioso”, ecco perché il giudice per le indagini preliminari Luigi Petrucci archiviò l’inchiesta per mafia a carico di una serie di ex amministratori pubblici. A cominciare dall’ex Pietro D’Aì. Il condizionamento mafioso sarebbe passato, questa era l’ipotesi residuale, attraverso la figura di Cimò, raggiunto allora da un avviso di garanzia. L’accusa, che non ha retto al vaglio dei giudici, era che avesse agevolato la cosca nell’aggiudicazione di alcuni appalti.