I carabinieri hanno arrestato il maresciallo dell’Arma Giuseppe La Mastra, 42 anni, comandante della stazione di Catenanuova (Enna) perché, nell’ambito di una inchiesta condotta dalla Dda nissena nel suo ufficio sono state trovate munizioni e due pistole: una con matricola abrasa e l’altra che era stata sequestrata in precedenza e che doveva essere distrutta.
Il 23 maggio scorso a Catenanuova era stato ucciso Prospero Leonardi, 30 anni, mentre un altro uomo, Angelo Drago, 42 anni, era rimasto ferito. Per gli inquirenti l’omicidio rientrerebbe in una guerra per il controllo del territorio che finora sarebbe stato governato dal clan Cappello. Leonardi era cognato di Antonino Mavica, arrestato nel maggio dello scorso anno insieme ad altre 10 persone, tra cui Salvatore Leonardi, cognato di Drago, ferito nell’agguato. L’operazione, coordinata dalla Dda nissena, puntò sugli affiliati di Cosa nostra del territorio ennese, vicini al clan Cappello, che si erano contesi il territorio di Catenanuova e dintorni. Gli inquirenti ritenevano che, allora, fosse in preparazione un omicidio nell’ambito della guerra di mafia che nel luglio 2008 portò all’uccisione di Salvatore Prestifilippo Cirimbolo, 47 anni, di Catenanuova e al ferimento di 5 persone. Per quell’agguato furono usati i kalashnikov. Prestifilippo era indicato come il capomafia di Catenanuova.
Secondo indiscrezioni il nome del maresciallo sarebbe stato verbalizzato davanti ai magistrati dal pentito Gaetano D’Aquino, ex esponente della cosca Cappello, secondo cui il carabiniere sarebbe stato vicino alle cosche. D’Aquino è uno dei testi di accusa contro il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, e il fratello Angelo, parlamentare Mpa, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa e reato elettorale.