Mafia ennese, pesanti condanne del processo Ultra I NOMI

Mafia ennese, definitive 16 condanne: è la sentenza Ultra I NOMI

Il processo si è concluso in Corte di Cassazione

BARRAFRANCA – C’è anche la figlia avvocato del defunto avvocato e storico boss Raffaele Bevilacqua, tra i condannati in via definitiva del processo Ultra. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni della Corte d’appello di Caltanissetta, nel processo che trae il titolo dall’operazione dei carabinieri e del Ros, diretta dalla Dda.

Il verdetto arriva a un anno dalla sentenza di secondo grado. Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, traffico di droga, estorsione, corruzione aggravata dall’aver favorito la mafia, detenzione di armi. La sentenza riguarda gli imputati che avevano scelto il rito abbreviato.

La sentenza

Maria Concetta Bevilacqua ha preso 10 anni e 10 mila euro di multa. Confermate quindi tutte le condanne, ad eccezione dell’annullamento con rinvio per Giuseppe Trubia, difeso dall’avvocato Gaetano Giunta, che in appello era stato condannato a 10 anni 8 mesi.

La Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi, confermando le condanne di secondo grado, per Salvatore Strazzanti, 20 anni; Angelo Tummino, 6 anni; Michele Mannuccia, 9 anni 4 mesi; Maria Barbara Cangemi, 4 anni 8 mesi; Carmelo Scilio, 8 anni 8 mesi 32 mila euro di multa; Davide Cardinale, 6 anni 20 mila euro di multa.

Il boss di Pietraperzia

Per il boss Giovanni Monachino, uno dei capi del clan di Pietraperzia, ritenuto uno dei referenti provinciali di Cosa Nostra, è stata confermata la condanna a 20 anni di reclusione. Confermati 20 anni per Salvatore Privitelli e Andrea Ferreri; per Flavio Alberto Bevilacqua, figlio anche lui di Raffaele, confermati 12 anni 9 mesi e 10 giorni; per Agatino Maximilian Fiorenza, 7 anni 8 mesi; per Gaetano Coppola, 8 anni 8 mesi 32 mila euro di multa; per Salvatore Centonze, quattro anni e 13.350 euro di multa; per Domenico Cardinale, cinque anni 14 mila euro di multa; per Filippo Milano, 10 anni 20 giorni.

Va precisato che in riferimento alle posizioni di Ferreri e di Flavio Alberto Bevilacqua, la Corte ha annullato con rinvio alla Corte d’appello in relazione a un capo d’imputazione, per una ipotesi di corruzione. Quindi tecnicamente la pena per i due potrebbe essere rivista al ribasso. Ferreri è difeso dall’avvocato Angelo Maria Tambè e Flavio Sinatra. Bevilacqua dall’avvocato Ignazio Danzuso.

L’operazione scaturì dalle indagini sul tentativo del boss Raffaele Bevilacqua di riorganizzare la cosca ennese mentre si trovava agli arresti domiciliari, che aveva ottenuto per motivi di salute. Non luogo a procedere per Bevilacqua, morto nel maggio 2023 all’ospedale San Paolo di Milano, dove era stato ricoverato mentre era detenuto al 41 bis.

Le notizie della provincia di Enna.


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