Mafia, il ritorno dei Laudani, condanne in abbreviato e rinvii a giudizio NOMI - Live Sicilia

Mafia, il ritorno dei Laudani, condanne in abbreviato e rinvii a giudizio NOMI

La sentenza del gup di Catania.
PROCESSO 'REPORT'
di
3 min di lettura

CATANIA – Dalla ricomposizione della cupola mafiosa tra Acireale e Mascalucia alle strategie illecite per rientrare in possesso di beni finiti all’asta. Il clan Laudani con la regia di Orazio Scuto, u vitraru, – nonostante la detenzione – coadiuvato dai colonnelli Litterio Messina e Girolamo Brancato, e con la violenza dell’ex pugile Giacomo Rochy Caggegi avrebbero riconquistato il potere criminale perso dopo il blitz Vicerè del 2016. L’inchiesta Report, condotta dal Gico delle fiamme gialle etnee e coordinata dai pm Marco Bisogni e Tiziana Laudani, ha documentato un sistema criminale di forte infiltrazione nel tessuto sociale e (purtroppo) anche para-istituzionale come quello delle aste giudiziaria.

Il processo abbreviato è arrivato alla fine del primo capitolo giudiziario. Il gup Filippo Castronuovo ha condannato 10 imputati (uno è assolto). Orazio Scuto (condannato a una pena complessiva in continuazione con altre sentenze a 18 anni) sarebbe riuscito a portare all’esterno i messaggi ai suoi sodali grazie a delle lettere nascoste all’interno di pacchi di merendine o drink che consegnava ai familiari nel corso dei colloqui in carcere finiti nel mirino della Guardia di Finanza. Gli investigatori, nel corso di un controllo programmato, hanno fotografo le missive con destinatario Litterio Messina (condannato a 10 anni). Le epistole contenevano vere e proprie direttive. Non ci sono solo esponenti del clan Laudani nel processo, ma le indagini hanno permesso di documentare tentate estorsioni che vedono protagonisti Salvatore Mazzaglia e Mirko Casesa, indicati dagli inquirenti quali componenti del gruppo di Mascalucia del clan Santapaola.

Per molti imputati il gup ha comminato pene in continuazione con altre sentenze. Ecco le condanne. Carmelo Bonaccorso 11 anni e 4 mesi (pena complessiva ritenuta la continuazione tra i reati e una sentenza precedente), Rosario Bonanno 11 anni e 4 mesi (pena complessiva ritenuta la continuazione tra i reati e una sentenza precedente), Girolamo Brancato 12 anni e 12 mila euro di multa, Giacomo Caggegi 11 anni e 8 mesi, Litterio Messina 10 anni, Antonino Puglisi 10 anni e 8 mesi e 9600 euro di multa, Orazio Scuto 18 anni (pena complessiva ritenuta la continuazione con altre sentenze), Mirko Pompeo Casesa 9 anni e 9 mila euro (pena complessiva in continuazione con altra sentenza), Salvatore Mazzaglia 10 anni e 10 mila euro di multa (pena complessiva in continuazione con altra sentenza), Orazio Gallipoli 4 anni. Il gup, infine, ha assolto Antonino Pappalardo. 

Parallelamente alla sentenza del rito abbreviato, il gup ha emesso il dispositivo per il rito ordinario. Il giudice accogliendo la richiesta dei pm ha rinviato a giudizio Luca Anicito, Francesco Battiati, Antonino Coco, Paolo Filippo Costarelli, Maurizio Pier Francesco Di Stefano, Francesco Gallipoli, Fabio Gambino, Girolamo Genna, Alfio Giuffrida, Rosario Mannino, Francesco Paolillo, Gianfranco Antonino Pappalardo, Vincenzo Massimiliano Pappalardo, Andrea Camilla Scuto, Valentina Concetta Caterina Scuto, Rosaria Gabriella Sidoti, Adamo Tiezzi, Dante Giuseppe Tiezzi, Vera Torrisi. Il processo si aprirà il 2 marzo 2022 davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Catania. 

L’inchiesta Report ha coinvolto anche il deputato leghista Luca Sammartino accusato di corruzione elettorale per le regionali 2018 (candidato con il Pd), assieme a Lucio Brancato. Questo capo d’imputazione è stato stralciato dal troncone principale del processo.  Per i due è stata emessa la citazione diretta. L’udienza è stata fissata per il 7 gennaio 2022.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI