PALERMO – “… la parte di là dentro… delle catacombe… è Porta Nuova… c’è una mappa… guarda che c’è una mappa fatta…”: con queste parole Rubens D’Agostino cercava di spiegare a Giovanni Lo Coco che le iniziative di Cosa Nostra – dalla richiesta di pizzo all’apertura di un centro scommesse – dovevano rispondere ad una ferrea spartizione territoriale.
Dallo scorso dicembre D’Agostino è in carcere con l’accusa di avere fatto parte della nuova mafia. Sarebbe un uomo d’onore del mandamento di Porta Nuova guidato da Gregorio Di Giovanni.
L’intercettazione è del mese di aprile 2017. Mentre andavano in giro per la città D’Agostino spiegava che “Corso Finocchiaro Aprile è Noce… qua è Porta Nuova fino al panellaro”. E ai dubbi del suo interlocutore rispondeva: “… è una mappa… non ti sto scherzando … io l’ho vista…”. Ed era al misterioso documento che ci si doveva attenere anche per l’apertura di nuove attività commerciali. Ad esempio per i centri scommesse su cui è forte l’interesse della mafia. Meglio non pestarsi i piedi.
Non solo una mappa dei confini dei mandamenti, ma pure le “tavole delle leggi” di Cosa Nostra. In occasione del blitz dei carabinieri che hanno stoppato la riorganizzazione della nuova cupola le microspie hanno intercettato il boss di Villabate Francesco Colletti che invitava a “rispettare le regole antiche e a quanto pare queste regole qualcuno le custodisce e credo che sia Corleone. Io credo che queste regole sono custodite a Corleone”.
Colletti da un mese ha cominciato a collaborare con la giustizia. In uno degli interrogatori resi ai pubblici ministeri di Palermo, l’ex capomafia ha parlato di un libro con le “norme” mafiose. “In che senso custodite? Che c’è un qualcosa di scritto?”, gli ha chiesto il pm. “Sì, sì, sì. Ripeto io sono nuovo di certe situazioni, però io le dico – ha spiegato – che in quell’appuntamento il Bisconti (Filippo Bisconti, boss di Misilmeri ndr) gli ha detto al Greco (Leandro Greco, capomafia di Ciaculli ndr): ‘tu non puoi dire questo deve partecipare e questo non deve partecipare, non parlare di regole perché le regole, quelle scritte, si devono mantenere e le regole sono datate, non lo so di quanto centinai di anni’. Queste regole non, non so chi le abbia, però ci sono pure scritte queste regole e comunque che il Bisconti conosce”.