Processo Nuova Ionia, il pm chiede 80 anni I NOMI - Live Sicilia

Processo Nuova Ionia, il pm chiede 80 anni I NOMI

A Catania chiuse le richieste dell’accusa. L'inchiesta svelò un traffico di rifiuti controllato dai boss

CATANIA. Secondo la Dda di Catania, sarebbe stata la mafia a gestire, più o meno indirettamente, il business dei rifiuti con gli appalti per la raccolta e lo smistamento in discarica, una decina d’anni fa, in quattordici centri della provincia di Catania, ma anche a Enna, Milano e Torino. Milioni di euro che avrebbero rimpinguato le casse della malavita organizzata, che avrebbe infiltrato suoi uomini all’interno della srl che operava nel ciclo di rifiuti dell’area ionica-etnea come aggiudicataria dell’appalto bandito dall’Ato Ct1 Joniambiente.

Il Pm Alessandro La Rosa ha concluso la sua requisitoria del processo Nuova Ionia, dinanzi al Tribunale di Catania, chiedendo in tutto 80 anni per quattro imputati, accusati a vario titolo di diversi reati. Chiesti 22 anni di reclusione per Roberto Russo, ritenuto dagli inquirenti esponente di spicco del clan Cintorino, operante principalmente tra Calatabiano e i comuni della fascia ionica del messinese, responsabile tecnico operativo della Srl, che è accusato anche di traffico di cocaina; 28 anni per Salvatore Tancona, commerciante; 18 per Carmelo Spinella, 12 per Giuseppe Sciacca, accusati di associazione mafiosa.

Il pm ha chiesto poi l’assoluzione di Antonino La Spina e Michele Varrica, accusati di reati minori. Chieste inoltre delle assoluzioni parziali per lo stesso Roberto Russo. Infine il pm chiede di dichiarare estinte per prescrizione ogni accusa, tra cui il traffico illecito di rifiuti, per altri 15 imputati: la legge che raddoppiava i termini di prescrizione è entrata in vigore solo dopo i fatti contestati e per il principio del favor rei, secondo la richiesta del pm, il reato va dichiarato estinto. Si tornerà in aula per le arringhe degli avvocati alla prossima udienza, poi parola ai giudici per la sentenza.

L’operazione Nuova Ionia, nel 2013, portò a ventisette misure cautelari in carcere e ai domiciliari, emessi dal Gip di Catania per vari reati. Nell’operazione furono impegnati 250 uomini tra poliziotti, carabinieri e finanzieri che quella mattina, assieme al personale del reparto Volo della polizia di Reggio Calabria e delle unità cinofile, portarono a termine il blitz, condotto dalla Dia e coordinato dalla Dda della Procura della Repubblica di Catania.


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