Mafia, il blitz 'Nuovo Mandamento' | In appello condanne per 248 anni - Live Sicilia

Mafia, il blitz ‘Nuovo Mandamento’ | In appello condanne per 248 anni

Nel 2013 finirono in carcere 61 persone.

Tra San Giuseppe Jato e Partinico
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PALERMO – Antonino Sciortino è stato arrestato a casa, subito dopo che la Corte d’appello lo ha condannato a 18 anni di carcere, ribaltando l’assoluzione di primo grado. Stessa sorte per Sergio Damiani, a cui sono stati inflitti undici anni.
Sono due nomi del lungo elenco di imputati del maxi processo alla mafia di una grossa fetta della provincia di Palermo, compresa fra San Giuseppe Jato e Partinico.

Nel 2013 finirono in carcere 61 persone. La stragrande maggioranza degli imputati aveva scelto di essere processata con il rito abbreviato. Sciortino era il personaggio chiave delle indagini visto che era considerato il capo del supermandamento di Camporeale. In primo grado era stato assolto pure l’ex sindaco di Montelepre, Giacomo Tinervia, la cui posizione è stata ora stralciata per approfondire la posizione. È accusato di estorsione e concussione assieme. In primo grado non ha retto al vaglio del giudice l’ipotesi che avesse chiesto soldi ad un imprenditore che stava ristrutturando la palestra del paese.

Ecco tutti i nomi degli imputati e le rispettive sorti processuali decise dalla Corte presieduta da Biagio Insacco: Antonino Sciortino (18 anni), Salvatore Mulè (17 anni), Francesco Lo Cascio (20 anni), Giuseppe Lo Voi (18 anni e due mesi), Giuseppe Marfia (11 anni e 4 mesi), Francesco Matranga (10 anni), Giuseppe Micalizzi (4 anni e 6 mesi), Francesco Vassallo (10 anni e 6 mesi), Salvatore Tocco (1 anno e 8 mesi), Vincenzo Madonia (11 anni e 4 mesi), Salvatore Romano (10 anni e 8 mesi), Santo Porpora (8 anni), Domenico Billeci (10 anni e 8 mesi), Carmelo La Ciura (10 anni),  Giovanni Rusticano (7 anni e 6 mesi), Salvatore Lombardo (8 anni), Giuseppe Abbate (8 anni), Antonino Giambrone (8 anni), Angelo Cangialosi (6 anni e 8 mesi),  Calogero Caruso (8 anni), Salvatore Prestigiacomo (6 anni e 8 mesi), Giovanni Longo (3 anni e 4 mesi), Sebastiano Bussa (3 anni), Baldassarre Di Maggio (7 anni e 2 mesi), Pietro Ficarotta (7 anni e 2 mesi), Gaspare Lo Cascio (assolto), Salvatore Voi (2 anni e 4 mesi), Giuseppe Mulè (10 anni e due mesi). Confermate le condanne per due carabinieri accusati di abuso d’ufficio perché non avrebbero multato Giuseppe Lucido Libranti (presunto boss di Pioppo, sotto processo per l’omicidio Billitteri) trovato alla guida senza patente: Francesco Gallo (6 mesi) e Giovanni Ramnacca (8 mesi).

I nuovi assolti rispetto al primo grado sono Vincenzo Mulè e Demetrio Schirò.
Confermate le assoluzioni di Santo Abbate, Francesco Abbate, Vincenzo Cucchiara, Giacomo Maniaci, Antonio Badagliacca, Davide Buffa e Francesco Sorrentino.

Nell’elenco degli imputati c’è anche il nome di Salvatore Lombardo, classe 1969, latitante. Avrebbe fatto parte della famiglia mafiosa di Montelepre con un compito delicato: tenere i rapporti fra i boss americani e quelli siciliani. Negli Stati Uniti non basta la “generica” accusa di associazione mafiosa per arrestare una persona. E’ necessaria la contestazione dei cosiddetti “reati fine” cioè di reati specifici che vengono commessi in nome e per conto di Cosa nostra. E Lombardo, dotato di passaporto americano, negli States è un uomo libero.


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