Baci, abbracci e condanne per gli Inzerillo e gli altri 'scappati'

Baci, abbracci e condanne per gli Inzerillo e gli altri ‘scappati’

Ventidue imputati. Pene pesanti per i boss irredimibili di Cosa Nostra

PALERMO – Gli “scappati” tornati in Sicilia e di nuovo arrestati adesso sono stati condannati. A cominciare dai cugini Tommaso e Franco Inzerillo, boss di Passo di Rigano.

“Due, tre mesi dopo che lui è uscito dal carcere mi ha cercato lui e io ci sono andato molto volentieri”, così raccontava Filippo Bisconti, capomafia di Belmonte di Mezzagno divenuto collaboratore di giustizia. Fu l’inizio delle grandi manovre mafiose.

A cercarlo era stato Giovanni Buscemi, pure lui oggi condannato su richiesta del procuratore aggiunto Salvo De Luca e dei sostituti Pierangelo Padova, Amelia Luise, Giovanni Antoci e Dario Scaletta. È uno degli irredimibili di Cosa Nostra, arrestati nel 2019 dagli agenti della squadra mobile di Palermo. Il blitz fu denominato New Connection. La restante parte degli imputati viene giudicata con il rito ordinario.

BACI E ABBRACCI FRA I BOSS CHE VENGONO DAL PASSATO

Il fedelissimo di Riina

Fedelissimo di Totò Rina, arrestato la prima volta nel dicembre 1994, dopo un periodo di latitanza, Buscemi era stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Giovanni Giordano, di cui aveva anche sciolto il cadavere nell’acido. Il “fine pena mai”, il 6 aprile 2018, gli era stato commutato in una condanna a trent’anni. La Cassazione infine respinse il ricorso della Procura generale di Palermo. Per Buscemi si erano spalancate le porte del carcere. E si era ripreso il suo posto da parigrado accanto a Tommaso Inzerillo. È iniziata la processione a casa sua per rendergli omaggio. E Buscemi non si è tirato indietro. Anzi, ha accolto tutti organizzando dei banchetti. Giuseppe Spatola, pure lui condannato, e genero di Tommaso Inzerillo, lo paragonava ad un altro pezzo grosso: “… minchia mi piace… per me Giovanni è tipo mio zio Franco, un altro mio zio Franco”.

Franco ‘u truttaturi

E cioè Francesco Inzerillo, 65 anni, uno dei figli maschi, l’altro è Rosario, di Giuseppe sopravvissuti alla guerra di mafia degli anni Ottanta. Il fratello Totuccio fu uno dei primi a cadere sotto i colpi dei corleonesi. Francesco Inzerillo, ‘u truttaturi, l’ha sempre fatta franca. Coinvolto nel 1988 nell’operazione Iron Tower, è stato assolto nel 1999 dal reato di associazione mafiosa. Nel 1997 fu espulso dagli Stati Uniti e arrestato al momento del suo arrivo a Roma. Nel 2006 di nuovo in cella nel blitz Gotha e la condanna a dieci anni e mezzo, in primo e secondo grado. La Cassazione annullò il verdetto. Fu necessario celebrare un nuovo processo di appello, al termine del quale i giudici scrissero che “non appare delineabile una sicura compenetrazione dinamica dell’Inzerillo in Cosa Nostra, atteso pure che dai servizi di osservazione, si evidenziavano soltanto sporadici incontri dell’imputato proprio con quei soggetti, per lo più suoi parenti, che venivano direttamente ad interessarsi della questione dell’allontanamento dalla Sicilia”.

Masino ‘tamì’ Inzerillo

Tommaso Inzerillo, che di anni ne ha 72, ha iniziato a fare parlare di se quattro decenni fa. Il 25 giugno del 1980, Masino si rese irreperibile. Il mandato di cattura era firmato dall’allora giudice istruttore Giovanni Falcone per associazione a delinquere finalizzata all’esportazione di valuta e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Lo scovarono alla fine degli anni Ottanta nella Repubblica Dominicana. Estradato in Italia, fu condannato a 23 anni. Nell’ottobre del 2005 gli fu concesso il regime della semilibertà ma – siamo a giugno del 2006 – un nuovo arrestato per mafia nel blitz Gotha e la successiva condanna a 10 anni. Ha rischiato l’ergastolo per l’accusa di avere attirato in trappola i parenti Pietro e Antonio Inzerillo, dandoli in pasto ai corleonesi in cambio della sua stessa vita. Fu assolto dell’omicidio e scarcerato il 15 novembre 2013. Secondo tutti i pentiti, è lui l’uomo forte a Passo di Rigano e la scelta di affidare a Buscemi il compito di partecipare alla nuova cupola è stata una mossa per evitare guai.

L’elenco degli imputati e le condanne

Questo l’elenco completo degli imputati e le rispettive pene inflitte dal giudice per l’udienza preliminare Elisabetta Stampacchia in abbreviato, dunque scontate giù di un terzo: Paolina Argano 1 anno e 6 mesi di reclusione, Alfredo Bonanno 2 anni e 4 mesi, Giovanni Buccheri 3 anni, Giovanni Buscemi 14 anni, Veronica Cascavilla 2 anni e 4 mesi, Santo Cipriano 10 anni e 8 mesi, Antonio Di Maggio 10 anni e 8 mesi, Antonino Fanara 11 anni e 4 mesi, Francesco Inzerillo 11 anni e 4 mesi, Tommaso Inzerillo 16 anni, Salvatore Lapi 2 anni e 2 mesi, Tommaso La Rosa 3 anni, Giuseppe Lo Cascio 10 anni 8 mesi, Alessandra Mannino 2 anni e 2 mesi, Alessandro Mannino 12 anni e 4 mesi, Benedetto Gabriele Militello 11 anni e sei mesi, Rosalia Purpura 2 anni e 2 mesi, Giuseppe Sansone 11 anni e 8 mesi, Giuseppe Spatola 12 anni.

Gli unici assolti, che erano imputati per reati minori, sono Maurizio Ferdico, Antonino Intravaia e Fabio Orlando.
Nel caso di Orlando è stato ordinato il dissequestro della Spama srl.


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