Agenti della Squadra Mobile e Carabinieri del reparto operativo di Trapani hanno arrestato quattro presunti favoreggiatori della famiglia mafiosa di Marsala. I provvedimenti di custodia cautelare, firmati dal gip di Palermo, su richiesta della dda, sono stati emessi nei confronti di Vincenzo Apelle, 32 anni, autista comunale di scuolabus, Davide Lamantia, di 30, Vincenzo Fabio Licari, di 35, titolare di un bar, e Domenico Francesco Accardi, 41 anni, che ha avuto gli arresti domiciliari. Il gip ha anche imposto l’obbligo di dimora per Tiziana Parrinello, 35 anni, assistente comunale, il divieto di soggiorno per Angelo Aiello, 37 anni, proprietario di una vendita di pesce all’ingrosso. Secondo gli inquirenti gli indagati avrebbero favorito, a vario titolo, la latitanza di Francesco De Vita, arrestato dai Carabinieri il 2 dicembre scorso e e ritenuto uno dei capi della famiglia di Marsala. De Vita è stato condannato con sentenza definitiva all’ergastolo per omicidio e associazione mafiosa. Secondo gli inquirenti, tra aprile e giugno dell’anno scorso il mafioso allora latitante sarebbe stato ospitato dalla Parrinello nella propria abitazione di Marsala. La donna avrebbe anche curato i rapporti del mafioso con le ‘famiglie’ della zona. Licari e Lamantia, invece, avrebbero messo a disposizione del latitante un’abitazione che sarebbe stata utilizzata per summit di mafia. Apelle sarebbe stato l’autista di De Vita durante i suoi spostamenti nel territorio marsalese; mentre Aiello avrebbe organizzato gli incontri tra il latitante ed i familiari. Fondamentali, per l’indagini, le intercettazioni, che hanno consentito agli investigatori di scoprire l’intera rete dei fiancheggiatori del boss e i luoghi in cui De Vita ha trascorso la sua latitanza.
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