Nove condanne e una assoluzione. E’ la sentenza del gup del tribunale di Palermo, Lorenzo Jannelli, nel processo, con il rito abbreviato, denominato “Maginot”, dal nome dell’operazione antimafia che portò in carcere i fedelissimi dell’allora boss di Agrigento Giuseppe Falsone (nella foto). Diciotto anni di reclusione sono stati inflitti proprio a Falsone, due anni in meno rispetto alla richiesta dei Pm Giuseppe Fici e Rita Fulantelli della Dda di Palermo. Per gli altri 9 imputati: 8 anni e 8 mesi di reclusione per Salvatore Morreale, 42 anni, (14 anni la richiesta) e Antonino Pirrera, 73 anni, (12 anni la richiesta) entrambi di Favara; 8 anni di reclusione per Carmelo Cacciatore, 47 anni, (10 anni la richiesta) e Francesco Caramazza, 39 anni, (10 anni) di Agrigento; 6 anni per Calogero Pirrera, 59 anni, (12 anni la richiesta) di Favara e per Liborio Parello, 41 anni, (10 anni) di Agrigento; 2 anni e 8 mesi per Giuseppe Maurello, 43 anni, (6 anni) di Lucca Sicula ed Antonino Perricone, 41 anni, (6 anni) di Villafranza Sicula.
Assolto, invece, Giovanni Vinti, 43 anni, di Ribera, nei cui confronti, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni, i Pm avevano chiesto 10 anni di carcere. Per Carmelo Marotta di Ribera è in corso, al tribunale di Sciacca, il processo con il rito ordinario.