"Mai parlato di affari con Lapis" - Live Sicilia

“Mai parlato di affari con Lapis”

La replica di Vizzini
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“Non si parla né di affari, né di corruttele, ma di somme che chiedo anche con insistenza o della cui sorte il professor Lapis mi informa in relazione a un mio credito per un investimento in titoli fatto nel 1994 attraverso il professore, mio consulente fiscale, collega che conosco da 40 anni”. Il senatore Carlo Vizzini, in una nota inviata a Livesicilia, specifica in merito alla vicenda che lo vede coinvolto in indagini della procura di Palermo, di aver letto le intercettazioni che lo riguardano e come queste “corrispondono esattamente a quanto dichiarato da me alla procura circa due anni fa, quando non ne conoscevamo il contenuto”.

“Sono somme che richiesi dal 2001 fino all’inizio del 2004 e che ho faticato a riavere – continua la nota – Abbiamo consegnato una documentazione di quanto affermo ed in particolare quella che dimostra l’investimento iniziale e poi come i miei titoli fossero stati venduti nel 1997 ma che solo nell’aprile del 2002 io sia stato informato di ciò. Questo avvenne nel corso di un incontro con Lapis cui partecipò anche un avvocato da me già indicato alla Procura, nel quale il professore calcolò gli interessi al maggio del 2002, certificando il mio credito. Solo all’inizio del 2004, infine, riebbi le mie somme”.

In tutto questo tempo, gli incontri e le telefonate sulla vicenda sono stati numerosissimi ma, come tra breve tutti potranno leggere, mai si è parlato di affari o corruttele. Abbiamo indicato anche altri testi che erano a conoscenza del mio credito nei confronti del prof. Lapis e che sono stati sentiti”.

Infine Vizzini, dedica un passaggio alla questione intercettazioni: “Per quanto mi riguarda le intercettazioni rafforzano quanto ho dichiarato sin dall’inizio, fornendo la vera causale e la documentazione che non rendo pubblica per rispetto dell’indagine. Infine risulta dagli atti che già nel 2009 avevo fatto mettere a verbale la mia disponibilità all’utilizzo delle intercettazioni anche senza il preventivo consenso del Senato, così come ho depositato documenti, corrispondenza privata e conti bancari spogliandomi dalle prerogative di parlamentare perché – conclude – ho guardato e guardo con serenità interiore all’operato della magistratura”.


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