Mamma Ruby - Live Sicilia

Mamma Ruby

Karima El Marhoug, cioè Ruby, è diventata mamma. Alle sette di martedì mattina, all’Ospedale Villa Scassi, è nata  Sofia Aida Risso. Intorno al corpo della cicogna, già immaginiamo le strizzatine d’occhio, le toccatine di gomito, la pruriginosità che sale e cinge il destino della neonata. Figlia di Ruby, il resto sporcatelo voi. Forse, i più caritatevoli penseranno che la già nipote di Mubarak in fondo si è sistemata. Ha messo a puntino la sua bellezza, l’ha diffusa nel contesto opportuno. Ora, la maternità. E’ la storia di Cenerentola con qualche venatura a luci rosse, tanto per compiacere il grosso del pubblico, coloro che hanno bisogno di Giovannona Coscialunga a fianco della scarpetta fatata del ballo, o della bara cristallina di Biancaneve, o dell’arcolaio intinto di sangue della Bella addormentata. E’ il conto in banca come lieto fine, nell’uniforme del Principe Azzurro.

Ruby Rubacuori, l’hanno chiamata, imprimendo l’antico marchio del bordello non col fuoco, ma con la parola che non si cancella. Il nomignolo è rotolato con sapida sconcezza sulle labbra di tutti, covando la lebbra dell’insulto sotto la maschera dei risolini. Ruby Rubacuori, Boccadirosa sulla bocca di ognuno. Perfino nella favella immacolata dei progressisti che sfilano nelle manifestazioni in omaggio alle donne, perfino nei cortei cinti di mimosa delle stesse donne battagliere a gettone. E’ che perbenisti e donne, specialmente a sinistra, tengono la contabilità aggiornata sul concetto di onore della Sicilia di due secoli fa. E all’occorrenza proromperebbero nel grido di un celebre film in bianco e nero: “Bottana!”.

Abbiamo scherzato sul corpo di Ruby, a prescindere dalla cronaca, con immane crudeltà. Abbiamo esercitato la nostra goduria pecoreccia, contornata con un opportuno dessert al moralismo. Condannare la pubblicana e raccontare barzellette oscene in segreto: è la misura della nostra etica. Ora c’è una cicogna e chi vuole potrà redimersi con la scusa di una bambina. Ma è poi tanto difficile – senza aggiunte, né contorni, né gesti – immaginare una donna?


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