PALERMO – Lucia contro tutti. Come promesso l’assessore alla Salute solamente in Aula ha illustrato le novità che riguardano la procedura di selezione dei manager della sanità. Sedendo da sola sui banchi del governo l’ex dirigente generale dell’assessorato ha difeso e spiegato, passo per passo, tutti i procedimenti portati avanti da dicembre a oggi. Innanzi tutto ad essere sconfessata la commissione tecnica che ha valutato i curriculum degli idonei prima e degli aventi diritto al colloquio poi. Una commissione composta dal presidente dell’Agenas Fulvio Moirano, dal professore del Sant’Anna di Pisa Marco Frey e del magistrato in pensione Ernesto Morici, che prima ha identificato i 659 idonei alla carica di dirigente sanitario, e poi ha scremato l’elenco a cento nomi. Questi cento sarebbero dovuti essere gli unici a fare il colloquio, ma così non sarà perché al colloquio avranno accesso tutti gli idonei.
“La commissione è un organo tecnico – precisa Lucia Borsellino – e comunque le procedure di definizione dell’elenco non hanno un valore concorsuale. Per evitare che la selezione dei manager venisse inficiata da ricorsi e controricorsi abbiamo chiesto un parere dell’ufficio legale che ci ha suggerito questa strada. Applicheremo comunque quanto disposto dal decreto Balduzzi”. Nessuna selezione a tre step, come inizialmente previsto dalla stessa commissione, bensì con due soli passaggi: il primo a verifica delle idoneità, il secondo a verifica dell’adeguatezza. “Io poi presenterò il mio elenco di diciassette nomi di direttori sanitari direttamente in giunta, non porterò certo un elenco di cinquanta nomi”, sottolinea l’assessore non celando una piccola ma significativa prova di forza. E l’assenza di Rosario Crocetta in Aula sottolinea comunque che Lucia Borsellino non ci sta a passare per eterodiretta: vuole prendersi le sue responsabilità. Ciò nonostante sarà la giunta a dare il via libera ai direttori delle aziende sanitarie e ospedaliere. La Borsellino dovrà per forza passare dal vaglio del governatore.
Le pressioni più forti, pur mitigate da abbondanti manifestazioni di stima, sono quelle del Partito democratico. Sia Laccoto che Digiacomo chiedono all’assessorato di richiedere un ulteriore parere all’avvocatura dello Stato. Proprio Diagiacomo, presidente della commissione Servizi sanitari, aggiunge: “Non andava pubblicata la griglia di valutazione perché dava alla procedura di selezione i caratteri di concorsualità. Il parere dell’avvocatura dello Stato sarebbe opportuno, perché se la commissione dovesse svolgere settecento colloqui i suoi componenti sicuramente si dimetterebbero. Serve immaginare una procedura più veloce”. La pensa in modo simile l’udc Mimmo Turano che invece chiede al governo di “scegliere i manager direttamente dall’elenco dei 659, senza perdere ulteriore tempo”.
I giudizi più lusinghieri sull’attività dell’assessore invece provengono dall’opposizione. Toto Cordaro (Pid) è perentorio: “La politica lasci stare le aziende ospedaliere e sanitarie”. Dal Movimento cinque stelle invece Stefano Zito sostiene che “la procedure su cui insiste l’assessore Borsellino segue il principio del merito, per questo ha il nostro plauso. Stiamo piuttosto attenti a non commettere l’errore di piazzare persone vicine ai partiti nelle aziende sanitarie e ospedaliere. La politica deve restare fuori dalla sanità”. Santi Formica (lista Musumeci) invece sottolinea il passo indietro compiuto dall’esecutivo: “Dovevano essere selezionate in base ai curricula cento persone che sarebbero andate al colloquio orale. Fra questi ne sarebbero stati scelti 51 fra cui l’assessore avrebbe infine proposto in giunta i 17 manager. Ora vorrei capire se la prova orale selezionerà comunque le 51 persone da sottoporre all’assessore per scegliere i manager oppure no. Se così non fosse avremmo preso i giro i siciliani, dando un pessimo esempio sull’approvazione del decreto Balduzzi”.
A stretto giro di posta l’assessore precisa: “Verranno selezionati dalla commissione un numero imprecisato di candidati a cui viene riconosciuto lo status di adeguatezza, difficilmente saranno tutti e 659 ma ugualmente è difficile siano i 51 previsti inizialmente. Questo accorgimento serve ad evitare una pioggia di ricorsi degli esclusi”. Ora però bisognerà vedere se la commissione incaricata da Lucia Borsellino sarà disposta ad inghiottire il boccone amaro che di fatto rende nullo gran parte del lavoro già svolto, e iniziare con un fitto calendario gli oltre seicento colloqui. “I tempi? Per conoscerli devo prima confrontarmi con la commissione”, ammette la stessa Borsellino. E la patata bollente dei manager continua a scottare.