Manager, nomine, frizioni | Non c'è pace per le Asp - Live Sicilia

Manager, nomine, frizioni | Non c’è pace per le Asp

Sanità. Palermo sulla graticola
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Non c’è pace nelle Asp siciliane. Dopo la bufera che si è abbattuta sui manager inadempienti, quelli cioè a capo delle aziende di Catania, Messina e Siracusa, nuove frizioni sembrano emergere anche alla Asp 6, quella di Palermo. Cita il comunicato ufficiale dell’assessorato alla Salute: “Essendo emersa, in sede di istruttoria, un’erronea imputazione dei dati di mobilità per le prestazioni sanitarie dei residenti di Lampedusa e Linosa (erroneamente imputati all’Asp di Agrigento) e del comune di Capizzi (Messina), dal momento che i costi vanno correttamente imputati sulle aziende di Palermo ed Enna, il dipartimento per la pianificazione strategica sta verificando l’impatto di tali effetti sui bilanci delle due aziende e ha già avviato le procedure di contraddittorio”.

Dunque i costi della mobilità passiva per Lampedusa e Linosa nel 2010, che ammontano a 3 milioni e 800 mila euro, vanno conteggiati a Palermo e non ad Agrigento. L’azienda ospedaliera così, da un utile di circa un milione e 300 mila euro, finirebbe così a un negativo di bilancio da due milioni e mezzo di euro. Secondo Salvatore Cirignotta (nella foto), manager dell’Asp del capoluogo, la somma erroneamente addebitata ad Agrigento non potrebbe essere attribuita al bilancio del 2010, ormai chiuso.

“L’errore non è stato nostro – dice Cirignotta a Live Sicilia – abbiamo ricevuto una comunicazione dall’assessorato ad agosto 2011, per cui è chiaro che non possiamo essere ritenuti responsabili della spesa del 2010. Mi spiego meglio: sapevamo di avere a disposizione un determinato budget e su quello ci siamo basati. Se viene scoperto un errore della Regione, il subentro di un fatto nuovo risalente ad epoche passate, non può incidere su un bilancio già chiuso. Dunque la nostra posizione, in sintesi, resta questa: riteniamo di essere assolutamente incolpevoli e siamo convinti che la nuova emergenza non possa che ricadere sul bilancio 2011”. In ogni caso, come confermano fonti dall’assessorato, anche se i quasi quattro milioni venissero conteggiati sul 2010, l’Asp non rischierebbe il commissariamento, trattandosi di un errore dell’assessorato e non di una responsabilità attribuibile al manager.

Ma se tra i corridoi dell’Asp di Palermo, nonostante le rassicurazioni del manager, sembrano aleggiare non poche frizioni, non va meglio all’Asp di Agrigento, dove è esploso il caso delle tre nomine fatte da Oliveri poco prima della decadenza dell’incarico. I ‘promossi’ sono Beatrice Salvago alle risorse umane, Nino La Valle all’ufficio che si occupa del servizio acquisti, e Salvatore Iacolino agli uffici amministrativi. A sollevare la vicenda, è Giuseppe Arnone, consigliere comunale del Pd ad Agrigento, che ha evidenziato come, tra le nomine, figuri il nome dell’eurodeputato in quota Pdl, Salvatore Iacolino.

“Olivieri, nell’imminenza della sua auspicata destituzione – scrive Arnone in una lettera aperta a Massimo Russo – ha pensato bene di dedicare le ultime energie a “sistemare” l’onorevole Iacolino: indubbiamente, le priorità della sanità agrigentina, del principale problema dei malati di questa terra, è ciò che dovrà fare l’onorevole Iacolino se e quando dismetterà il mandato di parlamentare europeo”.

Secca, la replica dell’eurodeputato chiamato in causa. Iacolino sottolinea il suo essere già titolare della Struttura complessa del settore affari generali della cessata Asl 1 di Agrigento, con un incarico quinquennale, ma di trovarsi in aspettativa, appunto, per mandato parlamentare.

“Nei giorni scorsi il direttore generale dell’Asp di Agrigento – dice Iacolino – nel rinnovare gli incarichi apicali a tutti i dirigenti amministrativi dell’Azienda, si è limitato a confermare l’incarico di direzione di una struttura complessa nei confronti di chi scrive individuando, questa volta, lo staff della direzione aziendale, al pari di altri dirigenti aventi titolo”.

“Nessuna nomina ad hoc, dunque, ha riguardato la mia persona – conclude Iacolino – ma soltanto la conferma della direzione di una struttura complessa, già posseduta al momento del collocamento in aspettativa”.



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