Manifestazioni violente e molotov | Perquisizioni e denunce per 8 ex Pip - Live Sicilia

Manifestazioni violente e molotov | Perquisizioni e denunce per 8 ex Pip

Il lancio della molotov alle forze dell'ordine

La manifestazione del 24 maggio 2013 in piazza Indipendenza si trasformò in una vera e propria guerriglia urbana. All'interno tutti i nomi degli indagati. Ecco il video degli scontri.

Palermo, le indagini della Digos
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PALERMO – Non solo operai della Gesip. A provocare i disordini che per mesi hanno mandato in tilt la città ci sarebbero anche gli ex Pip, sulle quali manifestazioni si è concentrata l’attenzione degli uomini della Digos che già due giorni fa hanno fatto scattare le manette per tre operai dell’ex partecipata del Comune di Palermo. Le indagini coordinate dal sostituto procuratore Calogero Ferrara, durante le quali sono state effettuate numerose perquisizioni, hanno condotto all’individuazione di otto operai del bacino ex Pip che il 24 maggio dello scorso anno avrebbero dato vita ad una violenta manifestazione non autorizzata.

A tutti sono stati inviati avvisi di garanzia per resistenza a pubblico ufficiale pluriaggravata. Si tratta di Francesco Scalia, 44 anni; Salvatore Vassallo, 59 anni; Michele Saccomando, 35 anni; Jonni La Mattina, 38; Maurizio Tutone, 39; Guglielmo Terranova, 41; Giovanni Ciaramitaro, 40 anni e Giovanni Rao, 52 anni. Una manifestazione che era sfociata in una vera e propria guerriglia urbana, con tanto di lancio di pietre, molotov, rami e distruzione della segnaletica stradale.

I manifestanti avevano anche lanciato caschi da motociclista alle forze dell’ordine impegnate nel servizio di ordine pubblico, ma i volti dei partecipanti sono rimasti immortalati in alcune fotografie e video di quel giorno e non lascerebbero dubbi, tanto da permettere all’autorità giudiziaria di indagare formalmente gli otto operai, alcuni dei quali si sarebbero anche resi responsabili del lancio di due molotov contro la polizia.

Ad essere colto in flagrante, durante quelle ore, era già stato Francesco Scalia, per il quale era già scattato l’arresto: in base a quanto accertato dalla Digos aveva non solo lanciato grosse pietre a polizia e carabinieri, ma anche divelto alcuni paletti della recinzione ed impugnato due bottiglie di pietre con l’intento di colpire i militari schierati. A fugare ogni dubbio, anche i capi d’abbigliamento trovati a casa di alcuni degli indagati, gli stessi indossati il giorno della manifestazione.


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