Mannino e la tragedia nel cantiere del tram| i parenti: "Non si può morire mentre si lavora" - Live Sicilia

Mannino e la tragedia nel cantiere del tram| i parenti: “Non si può morire mentre si lavora”

L'uomo, 41enne, abitava con la sua famiglia nella zona di Passo di Rigano. Gli amici d'infanzia lo chiamavano "Jhonny". "Aveva un bimbo piccolo - raccontano i colleghi -. Questa tragedia lo strappa da lui e dalla moglie".

 

L'INCIDENTE IN VIA LEONARDO DA VINCI
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PALERMO – Giovanni Mannino, l’operaio di 41 anni sciacciato stamattina da un camione della stessa ditta per cui lavorava, la Sis, era stato assunto come manovale. Avrebbe ricoperto quel ruolo fino al temrine dei lavori per la realizzazione del tram in città, ma la sua vita è stata spezzata oggi dalla tragica fatalità. Sul luogo dell’incidente, nella parte alta di via Leonardo da Vinci, parenti ed amici dell’operaio sono arrivati in lacrime. Nessuno credeva a quello che era successo, nessuno avrebbe mai voluto vedere quel lenzuolo bianco, sotto il quale si trovava il corpo senza vita di colui che viene descritto da tutti come un grande lavoratore.

Sacrifici e famiglia: questa la vita di “Jhonny”. “Lo chiamavo così quando eravamo più giovani – racconta un amico dell’operaio -. Da ragazzi abitavamo vicino, le case delle nostre famiglie si trovavano a due passi, in via Brunelleschi. Tante le esperienze che avevamo in comune – aggiunge – tanti i ricordi. Tutto ciò sembra un incubo”. Dalla rete che circonda il cantiere, lungo via Leonardo da Vinci, all’altezza del civico 360, si sporge uno dei parenti di Mannino: riferisce ad una donna anziana quanto successo. La signora scoppia a piangere nell’incredulità più assoluta. “Non ho idea di come possa essere accaduto – dice – stamattina, come sempre, era uscito da casa per lavorare e adesso non tornerà più. Com’è possibile morire lavorando?”.

Una domanda a cui proveranno a rispondere le indagini condotte al momento sia dalla polizia municipale, che dovrà ricostruire le fasi dell’incidente, sia dai carabinieri, che accerteranno le condizioni di lavoro all’interno del cantiere. “Giovanni era padre di un bambino piccolo – racconta un collega -. Questa disgrazia lo strappa da lui e dalla moglie. Dopo il matrimonio si erano trasferiti nella zona di Passo di Rigano, dove vivevano ormai da anni, ci evdevamo spesso”. Disperata, la nipote dell’operaio: “Non mi dò pace, come potrei. Uno esce da casa per andare a lavorare e muore. E’ questo il mondo in cui viviamo? La sicurezza non esiste?. Io sono venuta qui perché dovevo vedere mio padre. Aveva preso un appuntamento con mio zio, ma quello che ho trovato è stato un lenzuolo bianco”. La ragazza si rivolge poi ai colleghi dello zio e chiede: “Chi ha parlato con lui oggi? Come stava? Cosa diceva?”. Uno di loro risponde che Mannino, alla vista del sole e del cielo aveva espresso un desiderio: quello di trascorrere la giornata con il suo bambino.


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