Manovra, si cambia | Slittano le multe sui pos - Live Sicilia

Manovra, si cambia | Slittano le multe sui pos

C'è anche l'inasprimento del carcere per i grandi evasori. Esulta il M5s, attaccato da Pd e Leu

DECRETO FISCALE
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Luigi Di Maio e il Movimento cinque stelle portano a casa il risultato sperato e ottengono le modifiche chieste al testo della manovra: c’è un’intesa sull’inasprimento di carcere e confische per i grandi evasori, ma slittano a luglio 2020 l’abbassamento del tetto al contante e le multe per chi non fa pagare col pos; su quest’ultimo tema, la posizione del M5s è di operare prima una riduzione delle commissioni per l’uso della carta di credito. L’accordo sul decreto fiscale è arrivato nella notte, dopo vari incontri e un vertice di maggioranza di oltre due ore e mezza.

Pene da “da un minimo di quattro anni a un massimo di otto anni” di carcere per i grandi evasori, partendo da una “somma evasa di 100 mila euro”: lo annuncia il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Soddisfatto il ‘capo politico’ dei pentastellati: “In questi giorni non abbiamo voluto fare polemica”, dice Di Maio, che su Facebook parla di “dare un segnale culturale: noi abbiamo sempre detto che l’evasione non si combatte vessando i piccoli”. La confisca ai grandi evasori seguirà il modello adottato per i mafiosi, ovvero per sproporzione (si pone in risalto la sproporzione tra reddito dichiarato e valore dei beni, la cui legittima provenienza dev’essere attestata dal soggetto interessato).

Prevista anche una novità fortemente voluta dal premier Giuseppe Conte, il ‘superbonus della Befana’, che arriverà a gennaio 2021 e premierà solo le spese effettuate con carte e bancomat a partire da luglio 2020. Palazzo Chigi ribadisce che le risorse a disposizione ammontano a 3 miliardi, da convertire in un bonus tra i 300 e i 500 euro per le spese relative a meccanico, elettrauto, parrucchiere, estetista, idraulico, elettricista e ristorante.

La partita della legge di bilancio rimane aperta, con alcuni aspetti ancora da definire. Uno fra tutti l’accordo sulle partite Iva, sul quale Luigi Di Maio commenta che “resterà la tassazione al 15 per cento fino a 65 mila euro”. Non dovrebbe incontrare ostacoli l’arrivo del divieto di cumulo per chi guadagni oltre 30 mila euro da lavoro dipendente, mentre salterebbe il calcolo analitico del reddito su cui applicare la tassazione forfettaria; nel mirino dei pentastellati ci sarebbe anche l’abolizione del tetto alle spese per investimenti.

Se da un lato il ministro degli Esteri esulta con un liberatorio “Finalmente tocchiamo gli intoccabili”, dall’altro il Partito democratico e Liberi e uguali manifestano insofferenza per i modi in cui i Cinque stelle hanno rimesso in discussione quanto deciso in Consiglio dei ministri appena una settimana fa. “Le norme dovrebbero essere di tutti e non di un singolo partito”, sottolinea inoltre Federico Fornaro di Leu.

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