Manzella e l'incontro con il killer | "Un cane sciolto dello spaccio" - Live Sicilia

Manzella e l’incontro con il killer | “Un cane sciolto dello spaccio”

Il luogo dell'omicidio di Giovanni Manzella

Le indagini sull'omicidio di Giovanni Manzella. La vittima si occupava di stupefacenti.

PALERMO – Francesco Manzella, 34 anni, lavorava con la droga. “Polvere bianca”, dicono i parenti che non hanno idea alcuna di chi possa averlo assassinato. Confermano, però, il lavoro sporco della vittima.

Probabilmente era un cane sciolto, uno spacciatore che gestiva una sua rete di clienti senza rispondere a logiche superiori. Se davvero è nel mondo della droga che va rintracciato il movente dell’omicidio ci sono due alternative: qualcuno avrebbe regolato i conti con Manzella nel sottobosco dello spaccio di stupefacenti oppure qualcuno che sta più in alto avrebbe deciso di togliere di mezzo un pusher che non rispettava le regole.

Di certo a fare fuoco è stato qualcuno che ha dimestichezza con le armi. Gli è bastato un solo colpo per uccidere Manzella che lo aspettava nella stradina a pochi passi dal carcere Pagliarelli. Un colpo preciso che ha raggiunto la vittima alla testa, mentre stava per scendere dalla sua macchina una Volkswagen Polo (il vetro della sua auto era intatto). Circostanza che rende scontata l’ipotesi che i due avessero un appuntamento. Alcuni residenti dicono di essere stati svegliati prima del rumore delle macchine e poi da quelli del colpo di pistola.

Gli investigatori della sezione Omicidi della squadra mobile stanno ascoltando parenti e a amici di Manzella che viveva nel rione Falsomiele. Ai familiari era nota la sua attività di spaccio, ma non facevano troppe domande perché Manzella era uno che non amava dare risposte. I clienti lo contattavano e lui si faceva trovare pronto per la consegna.

Ieri sera intorno alle undici è uscito di casa come accadeva spesso senza fornire spiegazioni alla moglie, rimasta a casa con due figli piccoli, di cui un neonato. I poliziotti  coordinati dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Giovanni Antoci analizzeranno i tabulati telefonici della vittima e si sono già messi alla ricerca di immagini. Magari una telecamera potrebbe avere inquadrato il killer, anche se la zona non sembra sufficientemente coperta. Stamani hanno fatto il punto con il procuratore Francesco Lo Voi. I recenti episodi di cronaca preoccupano parecchio.

Le piazze di spaccio in città sono gestite dalla mafia, ma non per forza dietro l’omicidio deve esserci Cosa Nostra. Ci sono degli spacciatori che si muovono in autonomia. Per ammazzare un uomo deve esserci in ballo qualcosa di grosso.  Il nome di Manzella non è però venuto fuori nelle recenti inchieste di mafia.


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