CATANIA – Sono ritornati a protestare sotto la sede dell’Assessorato ai Servizi Sociali i lavoratori dell’Istituto educativo assistenziale Mary Poppins e dell’associazione culturale onlus Primavera di Librino. Presenti anche i genitori dei ragazzi che frequentano la struttura.
“A tutt’oggi – dicono i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Ugl – i lavoratori dell’Istituto Mary Poppins non hanno ricevuto nessun emolumento di aprile, maggio e giugno 2020 conseguentemente alla mancata liquidazione della fattura da parte dell’Assessorato ai Servizi Sociali”.
Dal 16 giugno i lavoratori, i sindacati e le famiglie dei bimbi che frequentano l’istituto di Librino hanno manifestato contro il mancato pagamento delle spettanze dovute ai lavoratori e contro il paventato spettro della chiusura delle attività dell’istituto educativo e assistenziale e del centro diurno per minori.
Giorno 2 luglio scorso si sono ritrovati sotto la Prefettura per chiedere l’intervento del Prefetto. “Si prospetta una situazione a limite della legalità – dichiara Francesco Sorbello direttore generale di Confcommercio – non si può chiudere il centro diurno e ridurre l’attività dell’isitituto. Si prospetta un’interruzione di Pubblico Servizio. Si interromperebbe un servizio socio assistenziale in un quartiere a rischio per i minori e, contemporaneamente, si interromperebbe un servizio di un’attività con progetto di finanza – continua Sorbello – confermato da una serie di sentenze dal TAR.”
L’Istituto educativo e assistenziale Mary Poppins è in vita grazie a un progetto di finanza redatto circa venti anni fa e della durata trent’ennale. “Un progetto che non può essere modificato ne tantomeno annullato – continua Sorbello – con delle problematiche che risulterebbero di natura non solo contrattuale, ma anche penale”. Presente sotto la sede dell’assessorato alle politiche sociali anche Rosaria Leonardi della Cgil.
“Siamo perplessi davanti all’atteggiamento dell’amministrazione comunale nei confronti dell’istituto educativo e assistenziale Mary Poppins – dichiara Leonardi – non condividiamo i tagli verso questa struttura. Una situazione che si prospetta proprio nel momento in cui la Cgil porta avanti l’idea di far ripartire le attività prescolastiche con tutte le misure di sicurezza adottabili. Recuperando il periodo di isolamento che i nostri bimbi e ragazzi hanno dovuto subire conseguentemente al contenimento del Coronavirus – continua Rosaria Leonardi – oggi ci ritroviamo qui sotto per una scelta dell’amministrazione di tagliare i fondi a una delle poche strutture, presenti sul territorio etneo, in grado di poter fare ripartire l’attività scolastica e in sicurezza per molti ragazzi di un quartiere come Librino.”
Le mamme e gli operatori presenti sono ormai esasperati. “Dove dovremmo portare i nostri figli – dice una delle mamme presenti in via Dusmet – la situazione a casa nostra è drammatica. La presenza di una struttura scolastica all’avanguardia era una speranza sul futuro dei nostri bambini per molte di noi e, invece, lo stanno massacrando”.
Il servizio estivo è stato interrotto per una mancata firma su un protocollo stilato dall’assessorato ai servizi sociali. “Questa struttura non ha bisogno di firmare nessun protocollo – ribadisce Rosaria Leonardi – perché gode già di una convenzione (Progetto di Finanza) riconosciuta da circa vent’anni. Non riusciamo a capire le procedure adottate”.
Nessun incontro all’assessorato. Le porte sono rimaste chiuse e le mamme insieme ai lavoratori si sono trasferiti in piazza Duomo.
Angelo Mazzeo rappresentante dell’Ugl: “Da quando abbiamo fatto l’incontro in Prefettura sembra non sia cambiato nulla – ribadisce Mazzeo – i lavoratori restano senza stipendio e i bimbi di Librino senza un’attività estiva programmabile”. L’Istituto Mary Poppins ha presentato una diffida sull’atteggiamento di chiusura dell’Assessorato ai Servizi Sociali al sindaco Salvo Pogliese. La protesta di mamme e lavoratori si è spostata in piazza Duomo e poi sotto la sede di FdI in corso Sicilia e continua a oltranza.
“Il sindaco Pogliese deve ascoltare la nostra voce – dicono alcuni dei lavoratori presenti in corso Sicilia – domani noi dobbiamo continuare a lavorare o abbiamo perso il posto di lavoro, la scuola è il centro diurno?”. La sentenza su questa vicenda si attende per il prossimo 22 ottobre. Intanto la protesta continuerà ad oltranza.