PALERMO – Poco più di due righe poste in calce a un lungo comunicato allestito nell’ufficio diocesano per le comunicazioni sociali in un caldo pomeriggio di riflessioni: “Sottoporrò la documentazione dell’ultimo quinquennio all’esame di un esperto contabile da me nominato, al fine di verificare la gestione economico-finanziaria della Diocesi e l’accertamento di eventuali responsabilità”. Monsignor Domenico Mogavero risponde così a quanto rivelato oggi dal settimanale Panorama, che a proposito della gestione dei conti della diocesi di Mazara del Vallo parla di “scandalo in curia” e scrive di un buco di oltre cinque milioni e mezzo di euro nei conti. Una “voragine finanziaria”, sottolinea il settimanale, che sarebbe dovuta anche alla costruzione di tre nuove chiese e che avrebbe portato l’affaire Mazara direttamente sul tavolo di Papa Bergoglio, che il 6 giugno ha incontrato Mogavero nel suo studio in Vaticano. Ad aggravare la situazione, inoltre, ci sarebbero altri 348mila euro di debiti nei confronti delle banche e 28mila euro di disavanzo del seminario vescovile, che a sua volta dovrebbe saldare conti per 17mila euro.
Gli uffici della curia, però, danno un’altra versione: “Nessun buco. Notizia priva di fondamento. Nel bilancio è inserita la cifra di 4,4 milioni di euro, che costituisce l’ammontare di due mutui contratti con Banca Prossima e Unicredit”. Il primo del valore di circa 3,7 milioni di euro, il secondo di quasi 730mila euro. Due nuove operazioni finanziarie che secondo la diocesi “sono servite a rinegoziare un precedente mutuo erogato da Banca Intesa tra il 2006 e il 2008 e per aggiornamento dei prezzi nei cantieri di costruzione di tre nuove chiese: la Matrice di Pantelleria, la chiesa di San Lorenzo, a Mazara del Vallo, e la chiesa di San Giuseppe, a Gibellina. Tre nuove costruzioni che non sono state decise da Mogavero, nominato vescovo di Mazara del Vallo nel febbraio del 2007, “che ha solo portato a compimento – si legge nella nota – quanto già deciso e finanziato dalla Cei”. Prima di lui alla guida della diocesi di Mazara c’era stato il lungo ‘regno’ di monsignor Emanuele Catarinicchia, dall’87 al 2002, poi Calogero La Piana, spostato dall’altra parte della Sicilia, a Messina, nel novembre del 2006. Anche il colloquio con il Santo Padre, a detta dell’ufficio stampa, diretto da don Francesco Fiorino, non andrebbe inquadrato come una richiesta di chiarimento da parte di Papa Bergoglio: è stato il vescovo a chiedere quell’incontro, lo scorso febbraio, e a marzo è stata ufficializzata la data del 6 giugno. “Non sussiste nessuna connessione tra i due fatti”, taglia corto la curia, mentre su tutta la vicenda pesa la figura di monsignor Franco Caruso, gestore diretto delle risorse della diocesi fino alla sua sostituzione. Per quanto riguarda il seminario vescovile, invece, la curia precisa: “Ad oggi esiste solo un debito di 17mila euro”.
La vicenda ha comunque preoccupato il Vaticano, anche in virtù della caratura di un personaggio come Mogavero, che nel 2011 arrivò a chiedere anche le dimissioni di Silvio Berlusconi sull’onda degli scandali scoppiati attorno all’allora premier. Lungo il suo curriculum, con il punto più alto nel 2001: la nomina a sottosegretario della Conferenza episcopale italiana. Nel 2007 arriva l’incarico di presidente del Consiglio per gli affari giuridici della Cei. Nel 2011 Papa Benedetto XVI lo invia nella vicina diocesi di Trapani come “visitatore apostolico” con il compito di indagare sugli ammanchi di cassa e sui veleni che aleggiano all’interno della curia guidata, in quel momento, da monsignor Francesco Miccichè. Poco dopo arriverà la rimozione di quest’ultimo e ora è Mogavero a finire in una situazione che potrebbe portare la diocesi davanti al rischio bancarotta. Una possibilità che da Mazara del Vallo viene però smentita categoricamente.