Morì in ambulanza, la Procura: “A giudizio due medici del 118” - Live Sicilia

Morì in ambulanza, la Procura: “A giudizio due medici del 118”

Si è aperta l’udienza preliminare per due medici che, per l’accusa, avrebbero sbagliato la diagnosi: l’uomo arrivò al Cannizzaro già morto.

CATANIA. Il 14 novembre 2020 un signore di Adrano, Salvatore Pellegriti, arrivò morto all’ospedale Cannizzaro di Catania. Trasportato invano in città giunse in arresto cardiaco dovuto, secondo i consulenti della Procura, a un’ernia ombelicale. Per la Procura di Catania i due medici del 118 avrebbero sbagliato diagnosi, non comprendendo l’urgenza e ritardando, per questo, il suo arrivo al nosocomio catanese. È questa l’ipotesi per cui il sostituto procuratore di Catania Anna Granata ha chiesto il rinvio a giudizio dei due sanitari, con l’accusa di omicidio colposo per negligenza, imprudenza e imperizia.

L’udienza preliminare si celebra dinanzi al Gup Giuseppina Montuori che forse giudicherà in abbreviato uno degli imputati, dovendo ancora comunque pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio: sin qui sono state trattate solo le questioni preliminari. I familiari della vittima, che si sono costituiti parte civile, hanno, infatti, chiesto la citazione come responsabile civile dell’Asp, della società fornitrice delle ambulanze in base a un contratto di servizio stipulato con l’Assessorato regionale alla Salute nonchè dell’Azienda ospedaliera per l’emergenza Cannizzaro di Catania, costituitasi tramite l’avvocato Eleonora Baratta.

In aula la penalista ha però chiesto e ottenuto l’esclusione del Cannizzaro tra i responsabili civili, per carenza di legittimazione passiva. La legale, infatti, ha eccepito, provandolo anche mediante produzione documentale, come i due imputati non fossero dipendenti dell’azienda Cannizzaro da lei difesa, ma solo in convenzione con l’Asp catanese.

L’avvocato Baratta peraltro ha citato una giurisprudenza recente, che ella stessa ha ottenuto, sempre in veste di difensore quale responsabile civile del Cannizzaro, uno dei principali nosocomi etnei, in un altro processo, a carico del cosiddetto “infermiere killer” – un catanese che avrebbe ucciso con iniezioni letali due anziane pazienti – in cui ha ottenuto l’esclusione nonostante l’accusato fosse dipendente dell’azienda. Successivamente in aula il Gup ha escluso dai responsabili civili per la morte del paziente di Adrano anche la società fornitrice delle ambulanze, rimanendo in solido con i medici, in caso di condanna, solo l’Asp di Catania.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI