Messina, De Luca lascia e indossa l'elmetto per 'conquistare' la Regione

Messina: De Luca lascia, indica Basile e va alla ‘guerra’ per la Regione

Le manovre negli altri partiti
CAMPAGNA ELETTORALE
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MESSINA – Lo ha detto in tutte le salse e in più round e alla fine lo ha fatto, dopo il commiato di rito con tutte le autorità del territorio, le associazioni di categoria, di imprese e del terzo settore e le forze dell’ordine.

Cateno De Luca si è dimesso da sindaco di Messina oggi a mezzanotte, alimentando in questi giorni una certa suspense attraverso la platea del social network. Certamente l’epopea De Luca nella Città dello Stretto non si chiude qui. Lui vuole andare ad occupare il vertice della Regione, vuole diventare “Sindaco di Sicilia” (come lo ha ribattezzato).

E sceglie anche il suo “delfino” Federico Basile, attuale direttore generale del Comune “ad interim”, durante la diretta Social prima di dare la buonanotte. Basile è il candidato a sindaco di De Luca.

A fargli da spalla nell’ennesima gag è stato l’altro suo “erede” e deputato all’Ars Danilo Lo Giudice che lo supporterà in questa nuova campagna elettorale. Allo stesso tempo, De Luca punta a mantenere un piede a Palazzo Zanca, nel ruolo di presidente del Consiglio comunale. La normativa glielo consente, senza imbattersi in criteri di incompatibilità giuridica.

Perché Basile vince sui papabili?

L’uomo politico De Luca è sempre stato sopra le righe nei toni però non si è mai mostrato irresponsabile verso la città che ha “conquistato”: la sua idea era di consegnare lo scettro della sindacatura ad uno dei suoi “discepoli”, donna o uomo fidati della sua squadra che hanno lavorato bene al suo fianco in oltre tre anni e mezzo di legislatura.

Federico Basile è stato anche Revisore dei conti del Comune e ha organizzato il Piano di Riequilibrio. De Luca lo identifica ormai come “guardiano delle finanze pubbliche”. Basile ha avuto le sue esperienze di candidature tra il Consiglio di quartiere e del Comune ma poi si è calato nella sua professione all’interno dell’Ente anche perché vicino politicamente a Beppe Piccolo.

Chi era stato considerato papabile tra i nomi della giunta che circolavano rispetto alla stima espressa dallo stesso De Luca “non dovrà prendersela a male”: parliamo del vicesindaco Carlotta Previti, degli assessori Dafne Musolino e Salvatore Mondello e ancora del braccio destro Salvo Puccio che è l’attuale direttore tecnico della Città Metropolitana.

Cosa succede nelle coalizioni?

Nelle ultime ore come nell’ultimo mese è scattato il famoso toto-sindaco per quanto De Luca abbia abituato la sua cittadinanza e la sua opposizione a continui colpi di scena revocando le sue dimissioni “last minute”. Ma De Luca è proiettato ad “accendere” Palazzo dei Normanni, come ha dichiarato, già da oggi. Il risultato è che quasi tutte le correnti politiche hanno preferito attendere il dato ufficiale della mezzanotte prima di “bruciare i nomi” dei loro possibili candidati.

La posizione del Centrosinistra

In casa del Partito democratico il deputato alla Camera Pietro Navarra non si sbilancia sulla candidatura a sindaco (si fanno i nomi di Felice Calabrò – già ex competitor di Accorinti – e Alessandro Russo): “Il Pd potrebbe avere almeno 10 nomi di candidati a sindaco con tutta la loro autorevolezza che potrebbero vincere le elezioni – sostiene -. Ma al momento la posizione del partito, a livello regionale e locale, è di raggiungere un’intesa con gli alleati aprendo sia alla parte moderata come Italia Viva ad Azione e a Più Europa, fino ad altri partiti più moderati che non rientrano nel Centrosinistra”.

La certezza secondo Navarra è che il Pd non sta con le mani in mano e sta preparando le liste per farsi trovare pronto. Il M5S ha altre gatte da pelare a cui pensare. Il deputato Antonio De Luca conferma il fermento, in ballo ci sono nomi di politici ma anche rappresentanti dei movimenti civici. “Molti di noi auspicano che il campo si allarghi – afferma – quindi non solo Pd, M5S e Articolo Uno. Ci rivolgiamo a personalità che hanno rivestito ruoli pubblici e si sono distinti professionalmente. Le elezioni sono un fatto fisiologico, quando arrivano si affrontano”.

Il Centrodestra si sbottona di più

Anche per il Centrodestra ci sono state finora riunioni interlocutorie ma senza indicare il nome di un esponente all’unanimità. La questione più urgente del candidato presidente della Regione ha prevalso su tutte. Secondo il Capogruppo all’Ars di Forza Italia, Tommaso Calderone, “c’è una sorta di plebiscito nei confronti della parlamentare nazionale Matilde Siracusano che si è interessata alla problematica delle baracche”.

Il forzista specifica: “E’ un mio parere, quello di un politico che si confronta tutti i giorni con la gente, facendo segreteria. Siracusano è una giovane deputata che si sta portando avanti anche in Commissione Giustizia”. “E’ apprezzatissima in tutti gli ambienti e i ceti sociali – osserva -. Credo sia una candidatura vincente e credo di avere una dignitosa visione politica, a prescindere dall’ottimo rapporto personale. Poi tutto il partito e la coalizione dovranno pronunciarsi e anche lei dovrà decidere”. Per la candidatura di Siracusano, Calderone “sarebbe la persona più felice del mondo, come lo sarebbe per la conferma di Miccichè alla Presidenza di Palazzo d’Orleans”.

Registriamo anche l’opinione della capogruppo all’Ars di Fratelli d’Italia Elvira Amata che qualcuno avrebbe ventilato tra i candidati “favoriti”: “Adesso cominceremo i nostri incontri per individuare un nome e ritornare alla guida di un territorio importante come Messina”. Secondo Amata, si arriverà ad una quadra e si cercherà una persona preparata che ami questa città. Su Siracusano dice: “Ho una stima enorme verso di lei che ha dimostrato capacità, competenza e passione per la nostra città”.

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