Messina Denaro, il boss diserta una nuova udienza - Live Sicilia

Messina Denaro diserta un’altra udienza, la sedia resta ancora vuota

Detenuto nel carcere de l'Aquila

PALERMO – Il boss Matteo Messina Denaro, arrestato lunedì dai carabinieri del Ros, ha rinunciato a comparire all’udienza preliminare nel procedimento che vide coinvolti padrini, gregari della mafia agrigentina e l’avvocata Angela Porcello.

Il processo

La posizione del capomafia era stata stralciata perché Messina Denaro era latitante e in questi casi la legge prevede la sospensione del procedimento. All’udienza di oggi, alla quale il boss avrebbe potuto partecipare in videoconferenza dal carcere de l’Aquila dove è detenuto, a rappresentare l’accusa c’era il pm della Dda Claudio Camilleri. Anche in occasione dell’udienza di Caltanissetta, relativa al processo sulle stragi del 1992, Messina Denaro non si era presentato.

Il processo in corso a Messina Denaro davanti al gup di Palermo, sospeso durante la sua latitanza, nasce da una indagine della Dda coordinata da Paolo Guido che portò a decine di arresti. Una tranche si è conclusa con condanne a pene comprese tra 10 mesi e 20 anni mafiosi di boss e professionisti agrigentini accusati a vario titolo di associazione mafiosa. Condannati anche un poliziotto e un agente penitenziario che rispondevano, rispettivamente, di accesso abusivo al sistema informatico e rivelazione di segreto d’ufficio. Il processo, è stato celebrato in abbreviato. L”avvocata Angela Porcello, venne condannata a 15 anni e 4 mesi per associazione mafiosa.

Secondo quanto ricostruito dai pm per due anni, nell’ufficio della penalista si sarebbero tenuti summit tra i vertici delle cosche agrigentine. Rassicurati dall’avvocato, i capi dei mandamenti di Canicattì, della famiglia di Ravanusa, Favara e Licata, Simone Castello, ex fedelissimo del boss Bernardo Provenzano e il nuovo capo della Stidda, l’ergastolano Antonio Gallea, a cui i magistrati avevano concesso la semilibertà, si ritrovavano nello studio della Porcello per discutere di affari e vicende legate a Cosa nostra. Le centinaia di ore di intercettazione disposte nello studio penale dopo che, nel corso dell’inchiesta, i carabinieri hanno compreso la vera natura degli incontri, hanno consentito agli inquirenti di far luce sugli assetti dei clan, sulle dinamiche interne, di coglierne in diretta, dalla viva voce di mafiosi di tutta la Sicilia, storie ed evoluzioni.


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