PALERMO – Si parte dal tragico epilogo: il parto prematuro in auto e la morte del bimbo. Ma è una vicenda tutta da chiarire quella accaduta in una piazzola dell’autostrada Palermo-Messina. Per questo il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, ha aperto un’inchiesta e ordinato che venga eseguita l’autopsia sul piccolo.
Una donna di 37 anni avverte dei forti dolori. È originaria di Mistretta, ma vive con la famiglia in una città del Nord. Non ha un ginecologo di riferimento in Sicilia, dove vivono i parenti e dove lei trascorre lunghi periodo dell’anno. Con il compagno avrebbero così deciso, ieri pomeriggio, di fare un passaggio in un consultorio a Mistretta. Qui le avrebbero suggerito di andare in Patti dove era stata già visitata in passato.
Un tempo nella città messinese c’era un punto nascita, ma anni fa è stato chiuso. Scelte della politica regionale e nazionale per ottimizzare costi e risorse. Qui le avrebbero consigliato di raggiungere l’ospedale di Patti. Ci sarebbe anche il più vicino presidio ospedaliero di Sant’Agata di Militello (una cinquantina di chilometri per 50 minuti circa di macchina), ma il centro più vicino e attrezzato con un reparto di ostetricia e ginecologia è quello di Patti (distante un centinaio di chilometri).
Lungo la strada la donna capisce che non farà in tempo ad arrivare a Patti. Sta per partorire. Un parto prematuro, visto che è alla ventisettesima settimana di gravidanza. La macchina si ferma in una piazzola nei pressi dello svincolo di Santo Stefano di Camastra. Il compagno e alcuni alcuni operai dell’Anas aiutano la donna a partorire. Il neonato muore sull’ambulanza che nel frattempo è giunta sul posto. La mamma viene ricoverata all’ospedale di Patti dove ha cercato di arrivare in una corsa disperata contro il tempo quando ha capito che non si trattava soltanto di dolori addominali.
Articolo Uno e Uil di Messina tirano in ballo le scelte “illogiche” della Regione e dell’Asp di Messina di chiudere i punti nascita. Addossano la responsabilità alla politica dei tagli che negli anni ha privato i cittadini dell’assistenza sanitaria.
La polemica è destinata a crescere. I sindaci del territorio iniziano a farsi sentire. Nel frattempo le indagini della Procura devono mettere a fuoco i passaggi, sentendo parenti e medici. La tragedia poteva essere evitata? Qualcuno poteva accorgersi in tempo che la donna stava per partire ed evitarle la trasferta in auto a Patti? Spetta alla magistratura il compito di dare risposte. “Stiamo lavorando, è ancora presto per trarre conclusioni, per prima cosa è stata disposta l’autopsia che sarà eseguita lunedì”, dice il capo dei pubblici ministeri Cavallo. La causa del decesso è la prima cosa da accertare.