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Messina, policlinico| al centro della bufera

Sotto inchiesta anche la morte di una 60enne
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Negli ultimi giorni sono state aperte due inchieste sul policlinico di Messina. Oltre al caso della lite in sala parto c’è la morte di una paziente di 60 anni morta nel reparto di chirurgia dal quale è sparito un pc. La procura di Messina nominerà oggi due periti nell’ambito dell’inchiesta sulla lite tra due medici nella sala parto del Policlinico di Messina, scoppiata mentre una donna stava partorendo. La procura nominerà il prof, Domenico Arduini, docente di medicina neonatale a Roma e il medico legale professor Giuseppe Ragazzi di Catania, che dovranno rispondere ai quesiti dei magistrati che chiedono, in primo luogo, di sapere se esista un rapporto di causa-effetto tra la lite dei medici e le complicazioni del parto.

Lite in sala parto. Sarà sentito domani mattina da magistrati della Procura della Repubblica di Messina uno dei cinque medici indagati nell’ambito della lite scoppiata nella sala parto del locale Policlinico mentre una puerpera stava per partorire. E’ il ginecologo Vincenzo Benedetto, che sarebbe stato uno dei due protagonisti della rissa con il collega Antonio De Vivo.

Il primo è stato sospeso dall’incarico dal Policlinico, al secondo l’università ha rescisso il contratto. “E’ stato il mio assistito a chiedere di essere sentito – spiega uno dei suoi due difensori, l’avvocato Ettore Cappuccio – per fare chiarezza: quello del dottor Benedetto è l’atteggiamento di chi non ha alcunché da nascondere e vuole dare un contributo di chiarezza all’inchiesta”. Benedetto sarà sentito dai magistrati titolari dell’inchiesta: il procuratore aggiunto Ada Merrino e il sostituto Federica Rende.

Anche l’altro ginecologo coinvolto nella rissa si presenterà in procura. “Non sono stato ancora interrogato dai magistrati che si occupano dell’inchiesta, dalla quale emergerà che io sono la parte lesa: sono deluso per tutto quello che è accaduto, ma ho la coscienza a posto”ha detto Antonio De Vivo, il ginecologo di fiducia della donna al quale è stato rescisso il contratto da ricercatore dall’università di Messina. Questa mattina era in ospedale ma non è entrato nel reparto di ginecologia e ostetricia. “Sono qui – ha spiegato – per accompagnare le mie pazienti, non le posso mica abbandonare dopo averle assistite, perché le ho seguite e curate dall’inizio e proseguirò nel mio lavoro”. De Vivo si è detto “non sorpreso” sul suo ‘licenziamento’ da ricercatore dell’università di Messina. “Le istituzioni devono fare il loro dovere – ha osservato il ginecologo – ma sono certo di potere chiarire la mia posizione e tutto tornerà a posto”.

Il procuratore aggiunto Ada Merrino e il sostituto Federica Rende sentiranno poi il professor Giuseppe Granese, i medici Vittorio Palamara e Alfredo Mancuso.

La morte di Giovanna Panarello. Intanto, al policlinico di Messina, è stato rubato un computer dal reparto di Chirurgia generale, lo stesso nel quale, nei giorni scorsi, è morta una donna di 60 anni, Giovanna Panarello, sul cui decesso la Procura della Repubblica di Messina ha aperto un’inchiesta conoscitiva. Il furto è stato denunciato ai carabinieri che indagano sull’accaduto e che stanno cercando di verificare se sia da collegare all’inchiesta in corso che è stata aperta come atto dovuto dopo la denuncia dei familiari della sessantenne. Allo stato non ci sono elementi per mettere in relazione i due episodi.

Nell’esposto presentato dai familiari della donna si segnala che Giovanna Panarello sarebbe stata ricoverata il 24 agosto scorso, perché avvertiva forti dolori addominali. I famigliari della paziente, deceduta per una perforazione intestinale, chiedono alla Magistratura di accertare se la donna sia stata sottoposta ai necessari controlli che ne avrebbero potuto evitare la morte.


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