MESSINA – “Genere maschile”. Sarebbe questo uno dei requisiti richiesti dall’azienda ospedaliera Universitaria di Messina per un contratto da ricercatore finanziato con i fondi del Pnrr. La notizia è stata riportata dal Corriere della sera ed è scoppiato il caso nazionale. “E poi dicono che il patriarcato non esiste più!” è uno dei commenti in rete.
La replica: “Un mero refuso”
“Si è trattato di un mero refuso” fanno sapere dal Policlinico peloritano. Tant’è che “già ieri – fanno sapere – è stata adottata la delibera (n. 784 del 09/04/2025) che prevede la rettifica del bando, in linea con la vigente normativa, e la conseguente riapertura dei termini”.
E aggiungono: “Ci scusiamo per l’errore”.
Roccella: “Bene la rettifica, ma…”
Il caso, intanto, ha fatto il giro d’Italia ed è intervenuta anche la ministra per le Pari opportunità, Eugenia Roccella: “Bene che il Policlinico universitario di Messina abbia rettificato il bando per un posto da ricercatore che inizialmente prevedeva fra i requisiti di accesso l’appartenenza al genere maschile” ha detto.
“Sarebbe paradossale – prosegue – che mentre si fa di tutto per promuovere le pari opportunità, il lavoro femminile, la rimozione del gender gap nella scienza, proprio in ambito scientifico e universitario, per congiunta con fondi dello stesso Pnrr che promuove la parità di genere come obiettivo, e su un tema sensibile come quello del cancro al seno, si prevedessero incarichi di studio e ricerca per soli uomini”.
La ministra conclude con una nota di sarcasmo: “Tutto è bene quel che finisce bene, sperando che la prossima volta oltre a finire bene si cominci meglio…”

